La sua famiglia aiuta gli ebrei a fuggire clandestinamente in Svizzera e il piccolo Sébastien deve tenere segreto il suo legame con Belle anche al nonno, deciso a uccidere la “Bestia”.
Ispirandosi sia all’omonima serie televisiva francese degli anni Sessanta che ala successiva serie di catoni animati giapponesi, che il regista seguiva da bambino e ai successivi cartoni animati che seguiva con passione da bambino, Nicolas Vanier realizza un film a misura di bambino denso di bellezza e purezza.
Se c’è un tema caro a Vannier è proprio la natura, in tutta la sua maestosità e potenza, in rapporto con l’uomo, come il suo precedente film “Il Grande Nord” del 2003, su un gruppo di cacciatori canadesi.
E’ un film sul rapporto –cane/uomo a cui va riconosciuta la capacità di dosare gli stereotipi del genere: Vannier non spinge mai verso lo strappalacrime ma senza rinunciare al sentimentalismo, antropomorfizza il cane ma solo con leggeri tratti e in momenti scelti con sapienza. Ne emerge un quadro di grande autenticità.
Sullo sfondo si intrecciano grandi temi come la responsabilità morale contrapposta alle leggi, il rispetto della sacralità della natura e la ricerca della verità sotto l’apparenza di uomini e cose.
Il regista ha dichiarato di voler celebrare con questo film la propria infanzia ma anche il proprio amore per i bimbi e gli animali; e ambientando la storia.