Un libro di piccolo formato, per riflettere sul contenuto delle lettere inviate a Babbo Natale e più in generale sulle domande dei bambini, che si aspettano risposte “vere”. Anche un libro per sorridere con i nostri bambini e rimanerci anche “un po’ male” perché ci aspetteremmo un finale più “natalizio”. Ma l’Autrice, Anna Vivarelli, ha scelto la strada dell’irriverenza e il finale è la coerente conclusione della storia.
Michele scrive a Babbo Natale con largo anticipo perché vorrebbe avere dei chiarimenti su come regolarsi in occasione della lettera “vera”, ad esempio, rispetto al fatto di fare l’elenco di tutti i desideri o scegliere i più importanti e coglie anche l’occasione per ricordare a Babbo Natale che certi pigiami felpati e certi maglioni a rombi di lana che punge non sono il regalo più gradito.
In risposta, Michele si vede recapitare una breve lettera in cui Babbo Natale lo ringrazia per avere scritto, si raccomanda di ubbidire ai genitori e afferma che cercherà di accontentare tutti i bambini. Michele si stupisce di non avere ottenuta la minima risposta alle sue domante e si pone il dubbio di aver offeso Babbo Natale con la storia del pigiama felpato. Quindi, scrive una nuova lettera in cui esprime i suoi dubbi, racconta di sé e pone nuovamente le domande.
Riceve la stessa identica risposta. Michele è perplesso ma continua a scrivere e a raccontare di sé.
Giunti al momento in cui scrivere la lettera definitiva, quella per cui aveva cominciato con largo anticipo, la delusione sarà manifesta ma la reazione costruttiva.
A questo punto non mi rimane che concludere, augurandovi un Buon Natale, ricco di tempo da dedicare alle storie.