18 Novembre 2013 ARTICOLI

Lucia Barolo

La dott.ssa Lucia Barolo, Psicologa e Neuropsicologa, svolge valutazione e riabilitazione neuropsicologica per i disturbi cognitivi, sostegno per disagi del bambino e dell’adolescente; attività di parent training; attività di consulenza tecnica di parte legate a separazioni e divorzi, affidi e valutazioni delle capacità genitoriali; interventi di supporto e sostegno alla genitorialità; attività di sostegno psicologico alle coppie con bambini con difficoltà cognitiva e fisica. Riceve su appuntamento presso il suo Studio di Torino e presso lo Studio Emovere, viale Angeli 26/bis – Cuneo cell. 339-3163133 - [email protected]

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La Disortografia e l’abilità di scrittura

Disortografia

L’abilità di scrittura è il risultato di una serie di processi cognitivi. I neuropsicologi hanno validato un “modello a 2 vie” (via fonologica e via lessicale) che rappresenta le componenti cognitive implicate nella scrittura.

1. Consapevolezza della relazione della scrittura col linguaggio orale, anziché con la realtà oggettiva: la scrittura è la rappresentazione grafica dei suoni del linguaggio verbale, non della realtà esterna o dei concetti, come credono molti bambini prescolari. Quindi è necessario prima mappare il linguaggio orale (consapevolezza delle uguaglianze/differenze dei suoni) per poi apprendere la scrittura.

2. Consapevolezza fonologica: è la capacità di gestire i fonemi, cioè i suoni del linguaggio verbale, attraverso la segmentazione (in sillabe e fonemi) della struttura fonologica delle parole e la manipolazione dei segmenti identificati.

3. Abilità di mappatura o transcodifica: ogni fonema va convertito in un simbolo grafico (grafema, cioè la lettera dell’alfabeto). Il bambino deve apprendere le corrispondenze fonemi-grafemi (suono-segno). E’ il principale processo cognitivo che soggiace alla via fonologica.
4. Abilità di sequenzialità: capacità di gestire l’ordine delle lettere da sinistra a destra.
5. Capacità di gestire ortografie complesse: è un’abilità soggiacente la via lessicale, che deve subentrare quando non c’è univocità della corrispondenza tra suono e segno grafico (scualo o squalo?). E’ costituita da 2 magazzini a lungo termine (lessico fonologico e lessico ortografico) da cui si recuperano le rappresentazioni fonologiche e ortografiche delle parole.
6. Abilità di memoria a breve termine per assemblare grafemi in maniera tale da ottenere la parola intera (buffer grafemico di risposta).

Dall’analisi qualitativa degli errori di scrittura e per mezzo di test standardizzati, si risale al tipo di problema, per poi progettare il trattamento adeguato.

Le tipologie di errori rispecchiano un deficit di specifici processi cognitivi necessari per la scrittura.
I test standardizzati valutano l’integrità della via fonologica e/o della via lessicale ed il grado di automatismo raggiunto.

Si progetta l’intervento riabilitativo a seconda di quali processi cognitivi sono risultati disfunzionali alla Valutazione Clinica Neuropsicologica.

Di seguito alcuni esempi di attività utili per riabilitare le difficoltà di scrittura:

1. apprendere a discriminare fonemi (b-p, c-g, d-t, f-v);

2. apprendere a gestire la struttura fonologica delle parole; ci si esercita ad eseguire la segmentazione sillabica per mezzo di marcatori esterni;

3. Creazione di un alfabetiere; trovare l’immagine adatta che mappa una lettera;
4. riflettere sul fatto che ciò che si pronuncia per primo, si scrive per primo;
5. aumentare l’ampiezza dei magazzini lessicali, in particolare del magazzino delle rappresentazioni ortografiche, da cui si recupera l’ortografia di parole ambigue; depositare nella memoria a lungo termine l’ortografia corretta (squalo o scualo?).

Sicuramente è raccomandato un intervento il più possibile tempestivo e specialistico,  sia per approfittare di questa fase evolutiva in cui l’alunno è predisposto a specifici apprendimenti,sia per evitare il rischio del consolidamento degli errori.

Al fine di programmare un trattamento riabilitativo il più possibile individualizzato, mirato, specifico e calibrato su un bambino con particolari caratteristiche, è opportuno eseguire una valida valutazione clinica. Al nostro servizio ci adoperiamo per delineare il profilo neuropsicologico di quel particolare bambino, andando ad analizzare tutte le sue funzioni mentali per mezzo di prove specifiche e test standardizzati  ( diagnosi funzionale e qualitativa). Indaghiamo come procede il bambino in ogni passaggio del “modello a 2 vie” precedentemente descritto, in maniera tale da individuare dove sta il problema e/o qual è la difficoltà specifica da trattare.
Considerando che ogni trattamento riabilitativo è anche psicoterapeutico, oltre ai fattori neuropsicologici, dobbiamo tener conto della struttura di personalità del bambino, i suoi tratti di carattere, la sua motivazione ad apprendere, l’autostima, ecc.

Infine, allo scopo di intervenire in maniera più organica possibile, la nostra riabilitazione deve inserirsi in un “sistema” che comprende fattori di tipo socio-ambientale, quali: la famiglia, la scuola, il programma scolastico, il contesto sociale extrascolastico. La collaborazione con la scuola e la famiglia sono fondamentali, al fine di concertare modalità d’intervento il più possibile uniformi, per evitare quella confusione che si crea facilmente nell’alunno quando gli si presentano diversi metodi.

Dopo aver eseguito una corretta diagnosi funzionale ed aver programmato un intervento riabilitativo individualizzato, si può pensare di poter costruire e/o automatizzare l’abilità di lettura, oltre che prevenire, o contenere, o compensare la dislessia.

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