27 Ottobre 2014 ARTICOLI

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I figli al centro della mediazione familiare: la collaborazione con altri professionisti

I figli al centro della mediazione familiare

La separazione a volte arriva lentamente, a volte all’improvviso quasi da non lasciare il tempo di accorgersene e i bambini si trovano ad affrontare molteplici e indesiderati cambiamenti, la cui ampiezza e complessità rendono loro difficile, se non impossibile, la comprensione di ciò che si sta vivendo.

Molti sono i loro bisogni: rassicurazione e sostegno, condivisione delle domande, presenza e incoraggiamento, istanze che i genitori portano nei primi incontri di mediazione insieme alla difficoltà di trovare le risposte.

“Nostro figlio ha capito perfettamente che ci stiamo separando…appare sereno…non c’è bisogno che se ne parli esplicitamente…”; “Non capisco perchè dobbiamo comunicare la separazione insieme se è solo lei/lui a volerla…” ovvero “Non riusciamo a dirglielo, è troppo doloroso”.

Di fronte all’intensità del conflitto, alle minori energie, al disorientamento, il mediatore è chiamato a proporre modi e strumenti che incoraggino il dialogo tra genitori in separazione.

Molto efficace è l’intervento di uno psicologo dell’età evolutiva in co-presenza col mediatore. Durante l’incontro viene chiesto ai genitori di provare a descrivere i propri figli (gli  aspetti caratteriali, i comportamenti più comuni, etc.) e, sulla base delle informazioni ricevute e delle domande poste, vengono suggeriti alcuni modi per rendere possibili, da un lato, la comunicazione della separazione e, dall’altro, il sostegno nei momenti difficili.

Altri strumenti per rendere “possibile” la parola sono la psicomotricità per i bambini più piccini e i gruppi di parola specificatamente pensati per i figli (dai 6 ai 16 anni) di coppie divise, di cui si è trattato in un precedente articolo.

La psicomotricità è uno strumento per accompagnare il bambino nel suo cammino di crescita: si tratta di un percorso senza rigidità coordinato da psicomotricisti che, attraverso l’ascolto, l’accoglienza e il gioco, stimolano il passaggio dal movimento al pensiero.

Tutti questi interventi hanno l’obiettivo di mettere i genitori in condizione di comunicare con i propri figli e di raccontarsi, ovvero di rendere visibili le relazioni.

L’esperienza sul campo di Inmediares conferma che la collaborazione con altri professionisti permette tutto questo, creando attorno alla famiglia una rete in grado di sostenere e curare i legami.

Vuoi fare una domanda all’associazione esperta di Mediazione Familiare?  fa la tua domanda compilando il form, selezionando  come argomento Diritto di Famiglia, specificando il tuo problema di mediazione: https://www.torinobimbi.it/chiedi-esperto


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