19 Maggio 2014 ARTICOLI

Alda Trifiletti

Dottoressa Alda Trifiletti, specializzata in Glottodidattica Infantile alla Sapienza di Roma titolare del centro linguistico The Bilingual Bridge di San Mauro Torinese, insegna inglese a bambini e ragazzi, strutturando percorsi personalizzati e utilizzando il metodo Hocus&Lotus, Jolly Phonics ecc.. , fornisce consulenze agli istituti scolastici per implementare progetti di bilinguismo.

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Il bilinguismo fuori dalle mura domestiche: i play groups

Avete aperto le vostre case ad un progetto di bilinguismo non madrelingua? Bene, ora il passo successivo è quello di diversificare l’esposizione alla seconda lingua, trovando occasioni di interazione per i nostri figli anche al di fuori dalle mura domestiche.

La primissima cosa che viene in mente generalmente è: un corso di lingua o play group.  Ma dove trovarlo e, soprattutto, come sceglierlo?

Premettiamo che negli ultimi 6 anni si è assistito, anche in una realtà come Torino, ad un incremento dell’offerta dei corsi di lingua per i bambini, abbassando progressivamente l’età di ammissione perché, più lentamente che altrove, ci si è resi conto dell’assoluta fondatezza dell’adagio inglese “the sooner the better” (“prima è meglio è” suonerebbe in italiano).

Tuttavia, sull’onda dell’entusiasmo e del business, non sempre è stato dato il giusto peso all’importanza della metodologia che, per forza di cose, deve essere adattata ad utenti sempre più giovani, se non addirittura giovanissimi.

Allo stato attuale sono ancora poche le realtà che “osano” proporre corsi per la fascia di età 0-3 anni, cioè proprio per quella fascia di età in cui, non ci stancheremo mai di ripeterlo, la funzione cerebrale dell’apprendimento del linguaggio risulta massima!

Mentre, un po’ tutte le scuole sbandierano l’importanza dell’approccio naturale e dell’aspetto ludico.

Ora vedremo quali sono davvero gli aspetti essenziali da valutare nel momento in cui si decide di iscrivere i propri figli ad un corso di lingua cercando di massimizzare il “good value for money” (in altre parole, per dare il giusto valore al vostro denaro):

  • informarsi sempre su quale metodologia si fonda il corso e privilegiare le metodologie psicolinguistiche (come il metodo Hocus&Lotus, elaborato dall’Università Sapienza di Roma e finanziato da un progetto Europeo Socrates – Lingua) rispetto a quelle squisitamente linguistiche, perché queste ultime risultano meno efficaci. Infatti i bambini imparano con meccanismi cerebrali diversi da quelli degli adulti e di conseguenza un metodo che può essere eccellente per un adulto, non lo è altrettanto per un bambino;
  • verificare sempre quale obiettivo linguistico si propone il corso e quale competenza linguistiche intende trasferire ai vostri figli. I metodi seri hanno definito percorsi didattici, materiali ed obiettivi ad hoc per i più piccoli.

Se i responsabili non hanno ben chiari in mente questi due aspetti fondamentali, forse non sono poi tanto ferrati in materia e, a quel punto, date il giusto valore alla loro proposta, evitando di spendere molto denaro per ciò che in realtà dà limitate garanzie di apprendimento.

Ricordate che i vostri bambini hanno capacità di apprendimento linguistiche enormi se opportunamente stimolate. In età prescolare ogni stimolo cerebrale connesso al linguaggio è prezioso, solo che alcuni stimoli sono più efficaci di altri.

In fine, sfatiamo un paio di miti molto in voga:

  1. l’insegnante madrelingua non è sempre sinonimo di garanzia sulla serietà ed efficacia del corso. Infatti, laddove l’esposizione alla seconda lingua è limitata nel tempo (o addirittura limitatissima come nel caso di un corso settimanale) senza una solida metodologia l’efficacia dell’apprendimento è anch’essa limitata. Ciò ve lo può confermare chiunque abbia “fatto giocare” i propri figli una volta a settimana con un madrelingua per un po’. Questo perché una lingua per essere appresa in modo adeguato ha bisogno di determinate dinamiche tra le quali appare essenziale la ripetizione, la relazione affettiva ecc…

Se non si tengono presenti tutti gli aspetti alla base dell’apprendimento linguistico prescolare  il risultato rischia di essere deludente;

  1. non è il gioco che veicola l’apprendimento, ma sono le dinamiche che stanno alla base della metodologia a fornire come risultato l’acquisizione della lingua. Anzi, è vero esattamente il contrario: per apprezzare un gioco e poter interagire con i propri pari un bambino ha bisogno di saper interagire utilizzando una lingua comune (uno studio per tutti Traute Taeschner “L’insegnante magica”). Per chi conosce bene due lingue, se ci pensa un attimo, quando ha iniziato a ridere e ad apprezzare le barzellette raccontate nella seconda lingua? Solo quando ha iniziato a padroneggiarla!

In questa terza avventura del bilinguismo abbiam fornito alcuni consigli sul “come” orientarci nella scelta di un corso di lingue per i nostri figli, nella prossima avventura parleremo di scuole bilingui e vacanze.

See you all in the next adventure!


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