16 Giugno 2014 ARTICOLI

Alda Trifiletti

Dottoressa Alda Trifiletti, specializzata in Glottodidattica Infantile alla Sapienza di Roma titolare del centro linguistico The Bilingual Bridge di San Mauro Torinese, insegna inglese a bambini e ragazzi, strutturando percorsi personalizzati e utilizzando il metodo Hocus&Lotus, Jolly Phonics ecc.. , fornisce consulenze agli istituti scolastici per implementare progetti di bilinguismo.

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Il bilinguismo fuori dalle mura domestiche: le scuole e le vacanze

Come promesso nella precedente avventura del bilinguismo continueremo a prendere in esame quelle opportunità che, una volta sposato un progetto di bilinguismo non madrelingua familiare, permettono ai nostri figli di diversificare l’esposizione alla seconda lingua fuori dalle mura domestiche.

Non costituiscono più una rarità le famiglie che decidono di iscrivere i propri bambini ad una scuola dell’infanzia bilingue e, di conseguenza, anche l’offerta delle scuole d’infanzia (alla pari degli asili nido) cosiddette bilingui sembra proliferare.

I criteri da tenere in considerazione quando si sceglie una scuola che si presenta come bilingue sono principalmente gli stessi sui quali si basa la selezione di un corso pomeridiano, più qualche ulteriore accorgimento anche perché in questi casi, in misura maggiore rispetto ad un corso pomeridiano, lo sforzo economico richiesto è cospicuo.

Quindi:

  • oltre a informarsi su quale metodologia si fonda il percorso linguistico offerto dalla scuola, privilegiando le metodologie psicolinguistiche (come il metodo Hocus&Lotus) rispetto a quelle squisitamente linguistiche perché più efficaci;
  • oltre a verificare l’obiettivo linguistico che la scuola propone e quali competenze linguistiche intende trasferire ai vostri figli;
  • è importante specificare che una scuola, per presentarsi come bilingue, dovrebbe garantire un’esposizione alla seconda lingua pari, o quasi, all’italiano. Di conseguenza, se vi dicono che i bambini faranno ben mezz’ora al giorno di attività nella seconda lingua (o addirittura un’ora) quella non è una scuola bilingue, bensì una struttura educativa in cui si espongono quotidianamente i bambini alla lingua straniera per un periodo limitato di tempo e che potrebbe non giustificare le rette da capogiro richieste, soprattutto qualora manchi una solida metodologia che, come descritto in precedenza, si faccia garante dell’efficacia dell’apprendimento linguistico da parte dei piccoli.

 

Altre famiglie potrebbero approfittare delle vacanze per incrementare i contatti tra la prole e la seconda lingua. Infatti si può programmare un soggiorno in terra straniera per tutta la famiglia, iscrivendo i bambini ad un summer camp o centro estivo locale.  Non intendo costose scuole di lingue per stranieri, ma semplici attività estive previste per i bambini del luogo. In questo modo la full immersion è garantita e la spesa non è eccessiva. Ormai moltissime informazioni sono accessibili tramite il web e le organizzazioni che gestiscono centri estivi permettono di prenotare online. Noi, l’estate scorsa, abbiamo sperimentato un summer camp in Irlanda per il nostro figlio maggiore che aveva quasi 6 anni. E’ stata una bella esperienza educativa sotto molteplici punti di vista, non solo quello linguistico, anche perché viaggiare con i bambini è una fatica, ma è anche  un’opportunità di arricchimento per tutta la famiglia.

Per massimizzare la full immersion, poi, sarebbe consigliabile optare per l’affitto di un appartamento o un bed and breakfast anziché per il classico hotel, in modo tale da avere la possibilità di stare in più possibile in contatto con la quotidianità locale.

Tenete però in considerazione che questo tipo di scelta va condivisa con i bambini perché, per quanto la loro competenza linguistica sia adeguata, un minimo di shock da ambiente nuovo è da mettere in conto. Inoltre, tale tipologia di esperienza non appare adatta ai bambini più piccoli, a meno che si trovino attività strutturate in cui sia ammessa la presenza del genitore.

Per chi invece decide di optare per i centri estivi italiani che propongono attività in lingua straniera (negli ultimi anni anche l’offerta di questo genere sta aumentando), tenere sempre in presente gli stessi i principi validi e fondamentali per scegliere i corsi pomeridiani. In modo particolare, laddove sostengono di proporre attività gestite da animatori madrelingua, verificate sempre che siano in full immersion; se affiancano al madrelingua un animatore italiano si perde la full immersion, cioè uno degli aspetti cardine dell’apprendimento del linguaggio.

Dopo aver passato in rassegna le attività estive che si possono organizzare per irrobustire le competenze dei nostri figli in lingua straniera, vi auguro buone vacanze e vi dò appuntamento alla prossima avventura del bilinguismo.

See you all in the next adventure!


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