6 Luglio 2010 ARTICOLI

Giorgia Cozza

Giorgia Cozza è una giornalista specializzata nel settore materno-infantile, i numerosi manuali per genitori di cui è autrice sono un punto di riferimento ormai consolidato per le coppie in attesa di un bimbo e per le neofamiglie.

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Il Parto Cesareo – Pronte le linee guida dell’Istituto Superiore della Sanità

In Italia troppo bimbi nascono in sala operatoria. In alcune regioni del sud, la media è di un bimbo su due.
Negli ultimi anni la percentuale dei cesarei è in costante crescita: si è passati dal 29,9% del biennio 1999-2000 al 35,2% nel periodo 2004-2005, per arrivare, nel 2008, al 38%.

Una situazione che ha ci ha conquistato il primato negativo in Europa, allontanandoci in modo ingiustificato dalle soglie raccomandate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), che individua nel 15% la percentuale entro la quale contenere il ricorso al cesareo, e del Ministero della Salute italiano che pone come limite il 20%. Tra le anomalie della situazione italiana spicca inoltre una forte differenza interregionale che vede da un lato la Campania raggiungere quota 62% di cesarei (con picchi del 78% registrati presso le Cliniche private) e dall’altro la Provincia autonoma di Bolzano che si aggira attorno al 20%.

In questo contesto che sicuramente deve far riflettere, sono state pubblicate pochi giorni fa le “Linee guida sul taglio cesareo – Una scelta appropriata e consapevole”, messe a punto dall’Istituto superiore di sanità (Iss), per favorire e promuovere la consapevolezza della donna, e migliorare la qualità dell’assistenza sanitaria.

Obiettivo delle Linee guida: migliorare la comunicazione tra donne e operatori sanitari, offrire alle future mamme informazioni corrette a proposito del cesareo, e garantire loro un supporto adeguato per vincere l’eventuale paura del parto naturale.

Le indicazioni dell’Istituto superiore di sanità rappresentano sicuramente un importante passo avanti e sottolineano finalmente in modo inequivocabile che la donna non è costretta a ‘subire’ un cesareo, ma può e deve ricevere le informazioni necessarie per comprendere e valutare la situazione. Viceversa, la richiesta della donna, in assenza di indicazioni mediche, non è un buon motivo per eseguire un intervento che, a dispetto di quanto si tende erroneamente a credere, non rappresenta una modalità di parto più sicura per la donna, rispetto al parto naturale.

In sintesi, ecco le principali indicazioni rivolte a operatori e futuri genitori:

• La richiesta materna, in assenza di motivazioni cliniche, non rappresenta un’indicazione al taglio cesareo. I professionisti sanitari devono chiarire i potenziali benefici e danni dell’intervento rispetto al parto vaginale, discutere approfonditamente con la donna le motivazioni di tale richiesta e documentare l’intero percorso decisionale nella cartella clinica.

• Se la richiesta della futura mamma è dovuta principalmente alla paura del parto, si dovranno attuare, già durante la gravidanza, interventi informativi e di supporto per aiutarla a superare ansie e timori e arrivare a una scelta consapevole e serena.

•In assenza di un’appropriata indicazione clinica, il medico ha il diritto di rifiutare una richiesta di cesareo programmato. In ogni caso, alla donna deve essere garantita l’opportunità di accedere a un secondo parere.

• Se invece è il ginecologo a suggerire un cesareo, è importante che la futura madre comprenda e condivida i motivi della proposta, non esitando a chiedere ulteriori chiarimenti ed eventualmente a consultare un altro medico. In ogni caso, la donna ha la facoltà di rifiutare l’intervento, assumendosi la responsabilità della propria decisione.

È possibile scaricare il testo completo delle Linee Guida dal sito dell’Istituto superiore di sanità, alla pagina (Taglio cesareo: all’ISS presentata la prima Linea Guida)


Giorgia Cozza


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