La storia del film narra di Khumba, una zebra nata con solo metà strisce, solo nella parte anteriore, e per questo viene deriso: “non è una zebra, è solo una zeb”. Quando nel villaggio capita una avversità, viene data la colpa al piccolo Khumba, ritenendolo la causa dell’improvvisa siccità.
Khumba allora, sentendosi in colpa, convinto di essere il portare della scentura: “niente strisce, niente pioggia”, si mette in viaggio. Un viaggio solitario alla ricerca della leggendaria fonte di cui si narra che all’inizio del tempo le zebre, che erano tutte bianche, immergendosi abbiano acquisito le famose strisce che le caratterizzano.
Nel suo viaggio incontra e viene aiuto da un licaone, una mamma gnu e uno struzzo gay. Animali che Khumba non aveva mai visto, e scopre che diverso è bello!
Naturalmente, come in ogni storia, non poteva mancare un perfido nemico: Phago, un leopardo affamato, che lo segue per farne preda. Il film non dimentica di raccontare anche il lato crudele della savana.
Ai bambini piacerà non solo la storia, ma anche la rappresentazione degli animali poco conosciuti, che parlano con strane voci e simulano la vita umana.
Khumba ricorda altri protagonisti di film di animazione, Dumbo che le enormi orecchie, Nemo con la pinna claudicante e Mambo il pinguino imperatore di Happy Feet, che non sapeva cantare, ma aveva un innato talento per il tip tap. Anche Khumba, dimostrerà, alla fine della storia, di meritare un posto nel branco.
Un bel film piacevole, in cui la storia viene contestualizzata nel deserto sudafricano di Kharoo, riproducendone il paesaggio e la fauna, a cui si aggiungono i suoni e la musica tradizionale.