Da cosa dipende l’efficacia di un metodo di insegnamento?
Dipende da vari fattori, i principali riguardano sia i modelli di apprendimento, sia le caratteristiche di intrinseche di “cosa” si vuole imparare.
Vi sono due modi di apprendere:
- quello simbolico-ricostruttivo che avviene attraverso lo studio dei testi scritti;
- quello percettivo-motorio che avviene attraverso la percezione e l’azione motoria sulla realtà.
Il sistema percettivo-motorio è antichissimo e lo abbiamo in comune con alcuni primati, mentre il sistema simbolico-ricostruttivo è il portato del linguaggio e della scrittura.
Originariamente tutti gli apprendimenti avvenivano per esperienza diretta attraverso le botteghe e persino per imparare a leggere e scrivere si doveva andare dai pochi che sapevano farlo (come ad esempio i monaci). Solo successivamente all’avvento della stampa a caratteri mobili e, di conseguenza, alla diffusione dei libri si è passati ad un sistema di apprendimento sempre più basato sul metodo simbolico-ricostruttivo. Questo ha reso via via la cultura accessibile a quasi tutte le fasce di popolazione e ha decretato l’imperare della modalità astratta di apprendimento nelle nostre società. Se ci pensiamo bene tutte le discipline sono state trasformate in materie e rese “astratte” proprio per poter essere insegnate e apprese con il metodo simbolico-ricostruttivo.
In questa evoluzione storica della modalità di apprendere cosa ha funzionato e cosa non ha funzionato?
Ha funzionato per tutte quelle discipline per le quali è indifferente la modalità di apprendimento, non ha funzionato per le discipline che necessariamente si apprendono solo tramite l’esperienza come le lingue, la musica, l’arte intese come capacità di parlare una lingua e non soltanto conoscerne le regole grammaticali o la letteratura, capacità di suonare uno strumento e non soltanto la storia della musica, capacità di disegnare/dipingere e non soltanto la storia dell’arte.
L’importanza dell’esperienza ripetuta
Per questi apprendimenti abbiamo neurologicamente e biologicamente necessità di un metodo di apprendimento basato sull’esperienza ripetuta (per approfondimenti F. Fabbro Neuro Pedagogia delle lingue ed. Astrolabio).
Così come non ci sogneremmo mai di imparare ad andare in bicicletta senza provarci o imparare a ricamare senza avere fatto esperienza con ago e filo, non si impara a parlare una qualunque lingua con il semplice ausilio di un testo, di una scheda o di una canzone. Lo stesso vale per la musica e la pittura (per approfondimenti F. Antinucci La scuola si è rotta: perché cambiano i modi di apprendere ed. Laterza)
Ecco quindi che torniamo al punto focale: il metodo fa la differenza, sempre!
Abbiamo già parlato:
- dei motivi per i quali spesso i nostri figli non apprendono le lingue straniere a scuola
- dei motivi per i quali spesso i libri di testo usati dai nostri figli non sono adeguati e non sufficienti per un buon apprendimento linguistico
- dei motivi per i quali l’insegnante madrelingua non è indispensabile ai fini di un efficace apprendimento linguistico
Tutte queste motivazioni vanno ricondotte al fatto che per insegnare una lingua straniera in maniera efficace l’insegnante deve possedere un buon metodo che tenga conto delle modalità neurologiche di apprendimento linguistico e avere ben chiaro in mente che i libri e le schede, da soli non bastano in assenza di interazione ripetuta e costante sullo stesso stimolo linguistico.