16 Ottobre 2014 ARTICOLI

Alda Trifiletti

Dottoressa Alda Trifiletti, specializzata in Glottodidattica Infantile alla Sapienza di Roma titolare del centro linguistico The Bilingual Bridge di San Mauro Torinese, insegna inglese a bambini e ragazzi, strutturando percorsi personalizzati e utilizzando il metodo Hocus&Lotus, Jolly Phonics ecc.. , fornisce consulenze agli istituti scolastici per implementare progetti di bilinguismo.

Tutti gli articoli >  

Home  > Articoli  > La magia dell’affetto nell’apprendimento delle lingue

La magia dell’affetto nell’apprendimento delle lingue

bilinguismo nei bambni

Recentemente con alcune colleghe si discuteva del ruolo fondamentale giocato dall’affetto nei processi di apprendimento delle lingue; il che, se è vero a qualunque età, è ancor più vero per i bambini. Per noi genitori approfondire questo aspetto ed i meccanismi ad esso connessi ci favorirà nel nostro intento di costruire un progetto di bilinguismo non madrelingua in maniera  efficace.

Iniziamo la riflessione pensando in quali circostanze ambientali noi tutti abbiamo iniziato a comunicare e quali sono stati i nostri primissimi interlocutori.

Noi, così come i nostri figli dopo di noi, abbiamo iniziato a comunicare da neonati attraverso lo scambio intersoggettivo con le persone cui eravamo più legati dal punto di vista affettivo: i genitori.

Inizialmente si tratta di comunicazione attraverso lo sguardo, poi diventa gestuale e, infine, verbale. La cornice nell’ambito della quale si sviluppa tale tipologia di apprendimento è una cornice fatta da legami affettivi i quali svolgono un ruolo fondamentale ai fini dell’ingenerare la motivazione sottostante alla comunicazione. L’essere umano nasce come soggetto pronto all’interazione comunicativa la cui motivazione risiede dalla necessità di sentirsi amati. Questa necessità, sempre presente nella vita degli individui, risulta massima nei bambini.

Ecco il motivo per cui, scherza il neurolinguista Franco Fabbro (Franco Fabbro – Neuropedagogia delle Lingue), il modo più efficace di apprendere le lingue da adulti (quando i meccanismi cerebrali dell’apprendimento del linguaggio non sono più massimi) è instaurare una relazione affettiva con un partner parlante una lingua straniera!

Acquisita questa consapevolezza di base, si comprende il motivo per il quale è fondamentale far entrare la lingua straniera nelle nostre case e condividere momenti in lingua con i nostri figli al di là dei momenti che essi possono vivere a scuola o durante la frequenza di play groups pomeridiani. La condivisione con chi si ama rafforza sia la motivazione ad accettare una lingua straniera sia ad avere un atteggiamento positivo nei confronti di quella lingua.

Di conseguenza, prima di iscrivere un bambino ad una scuola bilingue o ancor di più ad una scuola o summer camp in full immersion in lingua straniera, è più che mai opportuno familiarizzare il bambino con quella lingua, caricandola di significati affettivi legati alle persone che egli ama. Il catapultare una bambino in un contesto per lui già di per sé estraneo cui si va ad aggiungere la difficoltà comunicativa cui andrà incontro (che ovviamente avrà gradazione diversa se si tratta di contesti bilingui o monolingui stranieri) senza una adeguata “preparazione psicologica” all’impatto rischia di ingenerare una forte repulsione proprio nei confronti di quella lingua che noi riteniamo tanto importante per il suo futuro.

L’apprendimento di qualunque abilità o materia da parte dei bambini per essere efficace deve essere veicolato sempre e comunque attraverso l’affetto, ciò è ancor più vero per l’apprendimento delle lingue. I metodi che negano l’attenzione al bambino reticente con la scusa di incuriosirlo vanno contro ciò che è il veicolo naturale per l’apprendimento di una lingua: la relazione affettiva.

See you all in the next adventure!


Calendario

Iscriviti alla nostra Newsletter

Ogni settimana, tra giovedì e venerdì, ti arriverà una mail informativa sugli appuntamenti, le opportunità e le offerte del territorio.

Iscriviti