24 Novembre 2015 ARTICOLI

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La pelle dei bambini: un mezzo per scoprire il mondo

“E’ attraverso la pelle che diventiamo degli esseri in grado di amare, non s’impara ad
amare sui libri, ma essendo amati” Ashley Montagu

La pelle dei bambini è morbida e irresistibile. Sembra fatta apposta per attrarre baci e carezze, per indurre l’adulto ad occuparsi di quel fagottino morbido che essa avvolge. E’ un desiderio che deriva dalla nostra origine animale dove il contatto fisico costante era la condizione fondamentale per la sopravvivenza. Alla nascita il neonato cessa di essere fisicamente unito alla madre ma è strettamente dipendente da lei per la propria sopravvivenza. Il bambino però non ricerca solo il cibo, ha bisogno di essere tenuto tra le braccia della madre, della sua voce e del suo odore ormai familiari. Per il neonato il mondo esterno è inizialmente ostile e la pelle funge principalmente da protezione.

La pelle del neonato svolge tutte le funzioni della pelle dell’adulto: protegge, aiuta a regolare la temperatura del corpo, produce melanina e vitamine, assorbe nutrimenti dall’esterno ed espelle veleni e sottoprodotti cellulari, trasmette sensazioni al cervello.
Eppure essa è molto diversa. Rispetto all’adulto la pelle del neonato è cinque volte più sottile ed ha una superficie maggiore per ogni chilo di peso corporeo, ciò la rende più sensibile verso l’ambiente circostante. Pensiamo ai pianti che accompagnano i primi cambi di pannolini dove la temperatura dell’ambiente, il contatto con le mani e la stessa assenza di abiti provocano sensazioni così forti da scatenare tale reazioni emotiva. Oppure al piacere che il bambino manifesta durante il bagnetto o il massaggio.

Infatti la funzione forse più importante della pelle è quella sensoriale.

La pelle è l’organo sensoriale più antico e più esteso del corpo perché riveste e delimita completamente il corpo a partire dalla ottava settimana di gestazione ed è fortemente collegato con la mente. L’emotività, infatti, traspare e viene resa evidente agli altri soprattutto da modificazioni dell’epidermide (pallore, rossore, sudorazione…), così come molti stati di malessere comportano reazioni cutanee (eczemi, orticarie, arrossamenti, ponfi…).

massaggio bambiniIl neonato, per sopravvivere, necessita di sensazioni epidermiche, di qualcuno che lo tenga in braccio, è un bisogno più forte della fame. Attraverso la pelle il bambino assorbe un’infinità di sensazioni, che prolungano il legame con la madre sperimentato nei nove mesi di vita intrauterina. In quest’ottica i neonati alla nascita vengono appoggiati sulla pelle nuda della madre, per stimolare la nuova relazione e l’attaccamento al seno.
Nei prematuri si parla di “terapia pelle a pelle”.

La pelle è quindi luogo di contatto e di scambio con il mondo esterno. In questo suo perimetro entrano le esperienze dell’essere toccati, tenuti al caldo, ascoltati e nutriti e, insieme, i sentimenti di sicurezza, stabilità e protezione che vi sono connessi.
Tali sensazioni di cui il bambino si nutre si trasformano con il tempo in emozioni e pensieri. Per il bambino il tatto è una delle prime modalità con cui sperimenta il mondo. Il tatto è lo strumento per l’esame di realtà delle cose, il senso che definisce gli oggetti e li rende reali. Attraverso le sensazioni percepite, le positive esperienze di contatto vengono interiorizzate dal bambino che si crea la rappresentazione di sé come individuo e questo gli dà la percezione della sua identità, lo aiuta progressivamente a capire fino a dove arriva il suo essere. Nei primi mesi di vita il bambino non riconosce ancora il suo schema corporeo e ha difficoltà a comprendere dove finisce il proprio corpo e dove inizia quello del genitore, simbolo dell’altro fuori da sé. Attraverso le sue cure la mamma permette al bambino di prendere contatto col mondo in modo protetto e sicuro, l’abbraccio lo calma, contiene i suoi movimenti ancora involontari, gli fornisce un confine entro cui organizzarsi, uno spazio in cui esistere.
Come la pelle contiene le varie parti del corpo le cure materne contengono i diversi aspetti della personalità del bambino. Quelle ore che spendiamo per cambiargli i pannolini, pettinarlo, lavargli le gengive, fare il bagnetto e massaggiare la sua pelle delicata sono modalità amorevoli che diventano estremamente significative per la sua salute e il suo sviluppo generale.
Attraverso il contatto con la madre il neonato apprende e sviluppa una “fiducia di base” che lo accompagnerà per tutta la vita, come atteggiamento positivo verso gli altri e come autostima.


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