17 Ottobre 2016 ARTICOLI

Alda Trifiletti

Dottoressa Alda Trifiletti, specializzata in Glottodidattica Infantile alla Sapienza di Roma titolare del centro linguistico The Bilingual Bridge di San Mauro Torinese, insegna inglese a bambini e ragazzi, strutturando percorsi personalizzati e utilizzando il metodo Hocus&Lotus, Jolly Phonics ecc.. , fornisce consulenze agli istituti scolastici per implementare progetti di bilinguismo.

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L’ansia per la Grammatica

In questo turbolento periodo dell’anno in cui noi genitori cerchiamo di orientarci con un improbabile gioco di incastri nella giungla delle attività extrascolastiche dei nostri figli, noto che si sta pericolosamente diffondendo una certa “ansia per l’apprendimento di grammatica e scrittura” della L2.

Quest’ansia aumenta a mano amano che i bambini crescono durante la scuola primaria e talvolta finisce per trasformarsi letteralmente in panico al primo anno della scuola media.

Cercheremo di capire perché tale ansia sia infondata e come sussista un forte paradosso sui metodi di insegnamento delle lingue dalla scuola dell’infanzia fino alle scuole superiori.

Senza farci prendere dal panico ragioniamo con calma e pensiamo che non esiste apprendimento più efficace di quello avvenuto per la lingua madre e non soltanto perché eravamo piccoli, ma anche per le modalità in cui esso è avvenuto e ha portato all’archiviazione della stessa lingua nell’area cerebrale denominata memoria implicita, la quale (come dicevamo in “La TV: un’ alleata per l’apprendimento delle lingue?”) ha tutta una seria di implicazione a livello di accesso ed utilizzo assolutamente non paragonabili a quelle di seconde lingue imparate con il cosiddetto “metodo scolastico”.

La differenza sta appunto che queste seconde lingue, insegnate in modo molto diverso rispetto a come è stata acquisita la lingua madre, si “installano” in un’area diversa del cervello deputata alla memoria esplicita. A differenza della alla lingua madre cui accediamo in modo automatico, quando parliamo in L2 dobbiamo prima pensarci e poi normalmente formuliamo una frase. In altre parole passa la stessa differenza tra l’andare in bicicletta (attività automatica per la quale abbiamo perso memoria sul “come” abbiamo imparato) e ripetere una lezione di storia.

Da questa prima considerazione che porta immediatamente a privilegiare per un apprendimento linguistico efficace di qualsiasi lingua i metodi psicolinguistici, come abbiamo visto nell’articolo Come scegliere un corso di lingua per i nostri figli?, quelli che si preoccupano di creare le condizioni acquisizione presenti per la lingua madre (vale a dire ripetizione di gesti e parole), ne discende una seconda relativa all’apprendimento della letto-scrittura e della grammatica.

Quando si impara a scrivere in lingua madre? Cioè in che momento della nostra vita la linguistica si inserisce? Quando andiamo a scuola, ovvero dopo 6 anni di apprendimento di una lingua per via psicolinguistica, ovvero Solo Dopo che noi Sappiamo Parlare quella lingua!

Lo stesso identico ragionamento va fatto per la seconda lingua! Non importa se nostro figlio ha 7, 8, 9, 10 20 anni. Non è Mai il momento di imparare a scrivere nella seconda lingua se Prima nostro figlio non la sa almeno parlare un po’!

Perché allora l’insegnamento delle lingue straniere è così povero di produzione linguistica dalla materna fino alla scuola media inferiore e poi ci ritroviamo con libri pieni di grammatica quando i nostri figli non sanno (ma a quell’età dovrebbero sapere se la lingua fosse stata loro insegnata nel modo adeguato) sostenere una minima conversazione in lingua straniera?

Di questo paradosso che trova radici nelle metodologie utilizzate, parleremo nella prossima avventura.

See you all in the next adventure!


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