13 Novembre 2017 ARTICOLI

Alda Trifiletti

Dottoressa Alda Trifiletti, specializzata in Glottodidattica Infantile alla Sapienza di Roma titolare del centro linguistico The Bilingual Bridge di San Mauro Torinese, insegna inglese a bambini e ragazzi, strutturando percorsi personalizzati e utilizzando il metodo Hocus&Lotus, Jolly Phonics ecc.. , fornisce consulenze agli istituti scolastici per implementare progetti di bilinguismo.

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Le lingue non si apprendono per traduzione!

Questa avventura sul bilinguismo vuole essere dedicata ad una presa di coscienza importante precisa a e puntuale per noi genitori.

Tale esigenza di puntualizzazione nasce da un confronto a distanza con colleghe amiche che, come me, hanno fatto dell’insegnamento delle lingue straniere un mestiere, poiché per nostra esperienza, nonostante quello che si teorizzi sul superamento della traduzione come metodo di insegnamento delle lingue straniere in ambito scolastico e sulla diffusione consolidata di prassi facenti capo a non ben definiti “metodi comunicativi”, ancora troppo spesso ci troviamo di fronte a ragazzi cui non soltanto vengono insegnate le lingue per traduzione, ma cui viene richiesto come compito proprio quello di tradurre brani esattamente come avviene per le lingue morte.

Purtroppo questa prassi riguarda ancora molti insegnanti di lingue e non fa distinzione tra madrelingua e non madrelingua.

Alla luce di tutto ciò vorrei ricordare che cosa significa veramente apprendere una lingua straniera e cosa no.

Apprendere una lingua straniera

  • NON significa tradurre dalla lingua madre quando si parla e saper riempire pagine di traduzioni di brani;
  • NON significa conoscere le regole grammaticali di una lingua in maniera astratta se prima quella lingua non la so parlare nemmeno un po’;
  • NON significa saper scrivere qualcosa che prima mi è stato descritto in lingua madre come richiedono moltissimi, troppi, esercizi presenti nei libri di testo scolastici;
  • NON significa saper cantare canzoni senza conoscerne il significato;
  • NON significa fare lavoretti creativi a meno che essi non vengano effettuati in full immersion;
  • NON significa apprendere elenchi di vocaboli;
  • NON significa nemmeno, soprattutto all’inizio del percorso, capire ogni singola parola come richiederebbe la traduzione, ma è sufficiente arrivare ad un significato globale per poi aumentare gradualmente le competenze di comprensione che, se ci pensiamo bene, è la capacità che ci richiedono anche i test di “Reading” dei blasonati esami stranieri.

Invece, apprendere una lingua straniera

  • significa sapersi esprimere in maniera spontanea combinando tra loro espressioni e vocaboli, infatti la ricchezza del linguaggio non è data soltanto dal numero di vocaboli che conosciamo, ma soprattutto da come li sappiamo combinare tra loro;
  • significa saper scrivere in quella lingua senza passare dalla lingua madre, usando le espressioni conosciute;
  • significa saper comunicare;
  • significa saper guardare un film in lingua straniera;

Per imparare tutto ciò sono fondamentali due fattori:

  1. ci vuole tempo perché l’acquisizione linguistica è tanto più rapida quanto maggiore è il tempo di esposizione ad essa;
  2. ci vuole un metodo che spazzi via qualunque tipologia di traduzione dalle lezioni e dai testi.

In assenza di questa presa di coscienza rimarremo uno dei Paesi Europei in cui ancora troppo pochi cittadini conoscono le lingue straniere ad un livello soddisfacente.

Ringrazio le mie amiche e colleghe Magic Teachers ed in particolare Micaela Di Leone per queste riflessioni.

See you all in the next adventure!


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