15 Maggio 2017 ARTICOLI

Alda Trifiletti

Dottoressa Alda Trifiletti, specializzata in Glottodidattica Infantile alla Sapienza di Roma titolare del centro linguistico The Bilingual Bridge di San Mauro Torinese, insegna inglese a bambini e ragazzi, strutturando percorsi personalizzati e utilizzando il metodo Hocus&Lotus, Jolly Phonics ecc.. , fornisce consulenze agli istituti scolastici per implementare progetti di bilinguismo.

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Lingua Straniera e Musica: l’ascolto e l’esercizio fanno la differenza

Spesso si sente dire che imparare a suonare uno strumento musicale o, più in generale, imparare la musica sia come imparare una nuova lingua. In realtà le similitudini relative alla modalità di apprendimento sono maggiori di quanto comunemente si possa credere.

Incominciamo dall’ascolto. Per saper distinguere le note, saperle riprodurre e seguirle con la voce (vale a dire cantare) bisogna “avere orecchio”. Per impossessarsi delle melodie, è necessario un ascolto prolungato. L’orecchio è un organo favoloso che ha la capacità di “ricordare”; un orecchio allenato permetterà all’individuo che lo possiede di cantare senza stonare proprio perché è in grado di modulare la voce assecondando le note musicali imparate.

Infatti gli insegnanti di musica sostengono che non esistano persone stonate, esistono soltanto persone il cui orecchio non è “educato” alla musica. La sottoscritta, suo malgrado, appartiene a questa categoria di persone.

Allo stesso modo nell’apprendimento di una lingua straniera l’ascolto dei suoni è fondamentale per imparare la corretta pronuncia delle parole. Così come non potrò cantare bene se non conosco bene la melodia, altrettanto non potrò pronunciare correttamente una parola se non conosco l’articolazione dei suoni che le sono propri.

Di conseguenza quando vogliamo che i nostri figli imparino una lingua straniera poniamoci sempre la questione della quantità di esposizione necessaria affinché il loro orecchio si alleni. Una corretta pronuncia sarà il risultato di una prolungata esposizione alla lingua. Questo vale sempre: sia quando valutiamo l’efficacia di un metodo che ci viene proposto, sia quando decidiamo di esporre in casa i nostri bambini ad una seconda lingua a casa. Laddove non ho supporti che mi permettano di amplificare l’esposizione linguistica l’allenamento dell’orecchio perde efficacia. E’ come se volessimo allenare un orecchio alla musica in assenza di ascolto musicale. Praticamente un controsenso!

Per imparare “la musica”, cioè a suonare uno strumento o a cantare, è necessario l’esercizio attivo, quindi non solo ascoltare, ma esercitare.

Allo stesso modo per l’apprendimento di una lingua straniera serve esercizio. L’esercizio della stessa cantando, parlando, leggendo, interagendo. Le lingue sono strumento vivo di comunicazione e non qualcosa che si può apprendere solo dai libri come le lingue morte. Le lingue vanno usate ed esercitate, possibilmente un poco ogni giorno. Se non abbiamo a disposizione una persona che parli ogni giorno con i nostri figli allora optiamo per metodi di insegnamento delle lingue straniere che ci agevolino con kit didattici all’esposizione quotidiana. Una volta a settimana senza ulteriore supporto non basta per avere risultati soddisfacenti.

Vi lascio con un’ultima riflessione: la musica si impara attraverso l’ascolto e l’esercizio, impossibile qualsiasi traduzione, lo stesso identico procedimento vale per l’apprendimento delle lingue, tutte le lingue, qualsiasi lingua.

See you all in the next adventure.


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