E’ il confortante finale di un anno in cui troppo spesso si sono viste grandi e piccole ipocrisie nella comunicazione alimentare che arriva ai nostri bambini.
Per contro, a proposito di modelli, la nuova idea culinaria che in questi giorni la televisione ha cercato di proporci – o meglio di infliggerci – è stata quella della cucina con le scatolette, suggerendo piatti che sembrino fatti da noi ma che in realtà non siano altro che un sapiente rimescolio di cibi pronti. Lo scopo, come al solito, sarebbe quello di fare “bella figura” col minimo sforzo.
Occasionalmente le scatolette le usiamo anche noi a casa, ma senza fare finta che siano altro e senza il gusto di imbrogliare nessuno. Compriamo i ceci precotti, preferibilmente nel vasetto di vetro. Li sciacquiamo e li passiamo col mixer o col passaverdure. Poi aggiungiamo un limone spremuto, un po’ d’olio extravergine d’oliva e un po’ di sale e stendiamo questa crema su un piatto, formando uno strato sottile sul quale aggiungiamo una spolverata di paprica dolce.
E’ una versione semplificata dell’hummus arabo e si mangia fredda, nelle cene d’estate, sul pane o, se un amichetto è celiaco, sui crostini di mais (tacos): un po’ di manualità, il piacere di mangiare con le mani, pochi grassi, un briciolo di onestà… e poi tutti a vedere la partita!
http://trashfood.com/2010/06/a-world-cup-of-flavoured-chips.html