5 Ottobre 2015 ARTICOLI

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Si fa presto (e male) a dire Pet Therapy

Gli effetti benefici che scaturiscono dalla relazione con un animale sono alla base degli IAA, interventi assistiti con animale, comunemente, ma erroneamente, definita Pet Therapy, insieme di attività che si sta diffondendo sempre più nel quadro complesso della realtà odierna.

Nascono nel 1953, in America, grazie ad un episodio personale che capitò allo psichiatra Boris Levinson durante la sua attività professionale. Aveva infatti in cura un bambino autistico, con il quale non riusciva a stabilire un rapporto terapeutico e i risultati dei loro incontri erano piuttosto scarsi. Un giorno Levinson, casualmente, portò in studio il cane randagio da lui adottato. Jingles, visto il bambino, cominciò presto a giocare con lui e il piccolo paziente per la prima volta mostrò gioia, grazie allo scambio ludico e affettivo con il cane. Naturalmente lo psichiatra colse immediatamente l’opportunità di utilizzare il suo cane come co- terapeuta, per semplificare e rendere piacevoli le sedute con il bambino.

Di questa esperienza parlò poi egli stesso nel libro “Il cane come co-terapeuta”, uscito nel 1961.

Gli interventi assistiti con animale agiscono principalmente in tre ambiti: ricreativo, terapeutico ed educativo ed i destinatari possono essere i più diversi, così come differenti saranno gli obiettivi di ogni intervento.

Mi concentrerò sul quest’ultimo, data la sede e l’interesse di chi legge, nel quale la relazione con l’animale si inserisce in modo naturale, in particolare quando gli interventi di Pet Therapy sono rivolti a bambini tra i 2 e i 10 anni.

La naturale empatia del bambino nei confronti degli altri animali è il punto di forza di questa tipologia di intervento assistito.

L’obiettivo è insegnare ai bambini, fin dalla più tenera età, a relazionarsi correttamente con il migliore amico dell’uomo, non solo maturando consapevolezza delle esigenze e delle responsabilità che comporta la convivenza con l’animale ma anche insegnando come comportarsi con il proprio cane o con un cane sconosciuto per prevenire gli episodi spiacevoli.

Soprattutto in ambiente cittadino i ragazzi hanno perso il contatto quotidiano con la natura e vivono, per la maggior parte del tempo, in un mondo virtuale di tv e PC che distorce la percezione della realtà biologica dell’animale.

Affidandosi a conduttori professionisti si possono sviluppare progetti che si propongono di fornire al bambino/ragazzo gli strumenti conoscitivi per migliorare il proprio rapporto con gli animali e poterne godere.

Il progetto può essere inserito nell’ambito dell’autonomia didattica qualificando l’offerta formativa delle scuole ma puo’ anche essere tagliato su misura per il singolo bambino sulla base di esigenze educative o terapeutiche specifiche, in accordo non solo con la famiglia ma anche con l’insieme di figure professionali che, di volta in volta diverse, ne supportano la crescita.

Da tempo la ricerca psicologica mette in evidenza come la relazione tra bambini ed animali , empatica ed istintiva, apporta benefici nelle varie fasi dello sviluppo.

I bambini che possono avere contatti con animali domestici acquisiscono la capacità di prendersi cura, di rispettare l’altro anche nella sua diversità e con le sue necessità. Possedere un animale o comunque interagire con questo con una certa frequenza, imparando a farlo correttamente, presuppone l’assunzione di un buon livello di responsabilità da parte del bambino in quanto l’animale ha bisogno di essere nutrito, curato, accudito.

Il prendersi cura di un animale, inoltre, implica una serie di successive e complesse decisioni; queste, per essere prese, richiedono processi di percezione e valutazione della realtà e di attribuzione di significato ai dati acquisiti dal contesto.

La relazione diretta con l’animale può così aiutare il bambino a prendere consapevolezza delle diverse fasi del processo decisionale.

Un altro ambito importante investito dalla relazione bambino-cane è il concetto di autostima e fiducia in sé.

Il prendersi in carico un animale, a qualsiasi livello, cioè sia avendone la diretta responsabilità che sperimentando piccoli livelli di responsabilità limitata nel tempo (come spazzolare il cane, portarlo a guinzaglio, dargli da bere o da mangiare), può essere inteso come un processo in grado di facilitare un rafforzamento dell’Io che spinge all’evoluzione e alla maturazione del soggetto, all’acquisizione di un’immagine positiva di sé e del proprio valore.

bambina e gattoUn progetto di Interventi Assistiti con animale rivolto a bambini ha generalmente degli obiettivi generali che coinvolgono non solo il singolo bambino ma anche il suo ambiente circostante (relazionale, familiare, culturale ed emotivo) quali :

  • Acquisire conoscenze di base sugli animali e sul loro comportamento;
  • Informare sugli aspetti fisici e caratteriali dei cani;
  • Integrare l’insegnamento delle discipline scientifiche e soprattutto biologiche;
  • Sviluppare una coscienza ecologica e bioetica attraverso il canale privilegiato degli animali;
  • Migliorare e valorizzare la percezione dell’animale nel bambino e la pet-partnership;
  • Arricchire le esperienze cognitive, emozionali e sociali dei bambini e migliorare la qualità dell’interazione bambino animale;
  • Diffondere la cultura del rispetto dell’animale;
  • Favorire l’attivarsi di processi di decentramento emotivo e di partecipazione affettiva;
  • Diminuire la diffidenza verso la diversità ed aumentarne il rispetto;
  • Instaurare tra il cane ed i bambini un rapporto di protezione reciproca, un legame di cura;
  • Responsabilizzare sulla cura dell’animale in famiglia, nel rispetto delle sue necessità; sulla corretta gestione del cane nella società;
  • Migliorare la qualità di vita dei proprietari dei animali domestici, dei loro familiari e di tutti coloro che 
 quotidianamente convivono o entrano in contatto con loro;
  • Prevenire gli episodi spiacevoli tra bambini e animali domestici;
  • Promuovere una cultura delle bio-diversità attraverso la valorizzazione delle caratteristiche dei singoli soggetti (bambino e animale) che interagiscono nel rapporto di gioco;
  • Sensibilizzare nei confronti delle capacità intellettive ed affettive dell’animale;
  • Insegnare come si realizza un’interazione corretta ed incoraggiare l’assunzione di 
 comportamenti ed atteggiamenti personali adeguati;
  • Favorire le interazioni di gruppo tra gli alunni attraverso attività ludiche aventi il cane come 
 catalizzatore dell’attenzione e dell’interazione;
  • Sviluppare il senso di condivisione dell’esperienza con i compagni e di appartenenza al gruppo;
  • Stimolare l’analisi e l’esposizione delle sensazioni e delle emozioni da parte degli bambini.

Per tutti questi motivi gli Interventi Assistiti con animale in area educativa sono sempre più una richiesta delle famiglie nei confronti delle scuole nido, d’infanzia ed elementari riscoprendo l’importanza di una corretta relazione uomo-animale e si sta parimenti diffondendo la volontà di approfondimento generale in ambito didattico.


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