Vite spezzate per spezzare la routine. Morti, quindi. Cani torturati e infine impiccati, gatti lanciati da un lato all’altro di un cortile. Per vedere che effetto fa e quanti “like” ottiene il filmato o la sequenza di foto sui social network.
Cani e gatti uccisi e abusati per ottenere quella risonanza mediatica che la vita vera non soddisfa. Non basta essere persone, occorre essere personaggi. Fare qualcosa di grosso per far parlare di sè. Farlo insieme a qualcuno, che aiuta, riprende con il telefonino, ridacchia, incita: così il gesto ha più enfasi e il filmato viene meglio.
Tanto quanto conta la vita che spezzi se è quella di un animale, magari randagio, magari ancora cucciolo? ce n’è tanti e non contano nulla, non sono nulla. Dove siete famiglie di ragazzi comuni che provano piacere nell’infliggere dolore ad una creatura indifesa? di cosa state parlando al cellulare, dando le spalle alla fine del vostro bambino e all’inizio di un mostro?
Luca, Francesco, Glenda: nomi comuni di mostri isolati? niente affatto.
I reati di maltrattamento di animali sono in crescita e sono state provate da numerose ricerche in tutto il mondo le strette connessioni che sussistono tra la violenza contro gli animali e quella contro l’uomo, evidenziando anche che la violenza contro gli animali è uno dei principali indicatori della pericolosità sociale di un individuo, specie se i fatti si verificano durante l’infanzia.
Dal cane seviziato, al bullismo in classe, allo stupro il passo puo’ essere drammaticamente breve.
Non solo: questa violenza puo’ nascondere altra violenza, quella subita. www.facebook.com/Link-Italia-113888318680087/?fref=ts
Informatevi, leggete, tenete gli occhi aperti; abbassiamo la soglia di allerta, ricominciamo a spaventarci per i comportamenti in odore di sadico e violento dei nostri ragazzi, ritroviamo il gusto di preoccuparci. Puo’ salvare molte vite. Soprattutto la loro.