28 Ottobre 2015 L'ESPERTO RISPONDE

Flavia Cavalero

La dottoressa Flavia Cavalero è psicologa e psicoterapeuta. Cura la parte “psi” del sito www.psicomamme.it, svolge l’attività nel suo studio in via Bruino, 3 a Torino e si occupa di psicoterapia individuale e di gruppo nell'ottica del raggiungimento e del mantenimento del benessere psicologico. Riceve su appuntamento, tel. 333/3628327

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Bambina aggressiva di 4 anni

Sono la mamma di una bimba di 4 anni, figlia unica, scolarizzata già da 3 anni. Io e mio marito abbiamo deciso di mandarla a scuola a 2 anni perchè a 18 mesi, causa lavoro, mio marito è stato 15 giorni lontano da casa e quando e rientrato mia figlia ha iniziato ad essere timida e un po’ chiusa. Frequentando la scuola questi sentimenti si sono attenuati ma solo quando è a scuola e con i suoi compagni perchè con la famiglia e persone estranee è asociale. Ad esempio, se la nonna le fa un regalo, lo rifiuta e si isola a volte reagendo con aggressività a questo suo disagio. Dopo che le parlo e la convinco che sta sbagliando, si calma e con gran difficoltà si lascia andare alle emozioni di ricevere un regalo o solo un abbraccio dalla nonna (la nonna è un esempio perchè è così con tutte le persone di famiglia). Il problema si è accentuato da quando lavoro e spesso non posso andarla a prendere a scuola, sta diventando aggressiva capricciosa, spesso le parlo per farle capire che questi comportamenti sono ingiusti e lei mi chiede spesso scusa ma si ripetono comunque. Mio marito spesso reagisce con qualche punizione come non mangiare caramelle oppure non le fa guardare la tv e lei si arrende alla punizione aspettando che passi il tempo stabilito. Dove stiamo sbagliando? Da sottolineare che a scuola non è così, si prende cura dei compagni è gentile affettuosa e molto dolce, è molto furba e perspicace. In attesa di un consiglio ringrazio anticipatamente.

Anna

Buongiorno Anna, il comportamento di sua figlia mi fa pensare alla messa in scena di una ribellione che viene manifestata principalmente con i genitori e con i nonni, quasi volesse inviare un messaggio che si fatica ad interpretare.

Come dice Umberto Galimberti, i capricci sono “la manifestazione improvvisa e incontrollata di rabbia e aggressività, generalmente impotente, adottata come risposta ad una frustrazione”. A questo punto c’è da chiedersi quale sia la frustrazione che vive la bambina e, in proposito, faccio alcune ipotesi:

– mancanza di regole chiare e definite che contengano il suo comportamento?

– sente la mancanza della mamma, ipotesi che lei stessa propone nella sua lettera?

– difficoltà a riconoscere e gestire le emozioni negative?

– può essere stanca, annoiata, insoddisfatta perché si trova in luoghi, situazioni, compagnie, giochi non adatti a lei?

Credo che sia importante porsi queste ed altre domande per riuscire ad aiutare la piccola che, con il suo comportamento, sta dimostrando di non essere serena. I bambini non riescono a spiegare con le parole quel che sentono e che provano e lo mettono in atto cercando di mandare agli adulti i loro messaggi.

Ad esempio usando i capricci come mezzo di comunicazione possono dirci:

  • Sto misurando il mio potere su di te: ti sto mettendo alla prova e devo capire fino a che punto posso arrivare. Non voglio dipendere del tutto da te, ma non voglio nemmeno essere più forte di te.
  • Ho bisogno di sapere che posso fidarmi di te: devo capire se tu sei in grado di darmi dei confini che siano adeguati a contenere le mie paure e che allo stesso tempo mi permettano di esplorare l’ambiente
  • Ho bisogno di sapere che tu mi vuoi bene: voglio controllare se sono al centro de tuoi pensieri, se mi vuoi bene in modo incondizionato
  • Ti/Vi sto mettendo alla prova: voglio capire se quando dici NO fai sul serio o se posso infrangere le regole e se in casa siete tutti d’accordo o se qualcuno è più debole
  • Rivendico la mia autonomia: è vero che sono piccolo ma se non posso fare proprio niente allora non crescerò mai

Inoltre abbiamo la tendenza a dare per scontato che i bambini conoscano e che riescano in autonomia a gestire le emozioni.  Sicuramente i bambini provano emozioni, ma se non sanno cosa sono non sono in grado di gestirle e questo si traduce spesso in disagi, o meglio in sintomi, che ognuno può manifestare in modo diverso. Un bambino può apparire improvvisamente taciturno, o capriccioso, o agitato, o aggressivo; prova qualcosa che non riconosce e reagisce come può, nel modo che gli è più congeniale.

Il consiglio che mi sento di darle, pur non avendo un quadro chiarissimo della situazione, e che rivolgo sia a lei sia al papà, è di passare del tempo con la bambina giocando insieme. Dedicare a lei spazi di gioco che le permettano di conoscersi e di conoscervi non solo come genitori che puniscono e dettano regole, ma anche come compagni di gioco che educano in modo affettuoso e ludico.

Buon lavoro.

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