25 Marzo 2013 L'ESPERTO RISPONDE

Flavia Cavalero

La dottoressa Flavia Cavalero è psicologa e psicoterapeuta. Cura la parte “psi” del sito www.psicomamme.it, svolge l’attività nel suo studio in via Bruino, 3 a Torino e si occupa di psicoterapia individuale e di gruppo nell'ottica del raggiungimento e del mantenimento del benessere psicologico. Riceve su appuntamento, tel. 333/3628327

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Bambina che non si difende: che fare?

Ho una bellissima bimba di 5 anni con un carattere un po’ particolare direi chiuso.
Fino ai 2-3 anni appena si avvicinava un bimbo/a coetaneo o + piccolo era una tragedia sembrava che la uccidessero: piangeva disperatamente, con quelli + grandi nemmeno un problema, ma solo quando lo voleva lei perché se c’era il giorno no non andavano bene nemmeno quelli grandi.
Ai 3 anni è scattata l’operazione asilo… la situazione è migliorata per lo meno non piange più se si avvicinano bambini piccoli o grandi, e si è fatta il suo gruppetto.
La mia preoccupazione è un’altra: vedo che non reagisce, non dice la sua, non si oppone e se c’è da prenderle se le prende e piange. io da parte mia le insegno a difendersi e che delle volte deve dire di no se un determinato gioco non lo vuole fare, le insegno a non essere succube degli altri.
Ma vedo che non ottengo molti risultati come posso fare???
Grazie Paola

Ciao Paola, la timidezza e l’introversione sono due caratteristiche che spesso preoccupano i genitori; la tua bambina, da come la descrivi, sembrerebbe essere così.
Non dobbiamo dimenticare che non siamo immobili dal punto di vista emotivo e caratteriale, e cambiamo anche più di una volta nel corso dello sviluppo.
Le esperienze sono gli attivatori di questo cambiamento che avviene con il tempo. La società moderna ci porta a pensare all’introversione come ad una qualità negativa, ma questo altro non è che un condizionamento. Jung, nella sua teoria dei tipi psicologici, spiega molto bene come le persone introverse sono per natura riservate e non molto socievoli perché non hanno bisogno di cercare negli altri stimoli e sensazioni che trovano in loro stessi. Questo toglie ogni dubbio rispetto al fatto che l’essere timidi o introversi non è un disturbo di tipo psicologico ma una caratteristica di personalità.
Nel caso specifico è però molto importante sapere come la bambina sta con se stessa perché dobbiamo considerare che i compagni possono cogliere questa diversità caratteriale e “approfittarne” a volte anche con la prevaricazione. Quindi la prima cosa da fare è capire se la bambina è felice e lo possiamo sapere sia parlando con le maestre, sia osservando i suoi comportamenti, sia chidendoglielo.
Ci sono alcuni comportamenti che a volte vengono attuati da i genitori e dagli insegnanti che sono controproducenti in quanto vanno a minare la costruzione dell’autostima del bambino e a rinforzare la timidezza. Alcuni esempi: il confronto con gli altri bambini (“guarda come sa difendersi bene lei”), i rimproveri inadeguati (“è colpa tua, avevi solo da rispondere”), messaggi di sfiducia (“come sempre ti se fatta fregare”).
Ci sono anche alcuni comportamenti che possono aiutare il bambino, ad esempio l’incoraggiamento ad esprimere le emozioni che prova, specie quelle negative perché non si può escludere che provi paura degli altri. E’ importante valorizzare le sue capacità.
Spero di esserti stata utile.

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