15 Gennaio 2013 L'ESPERTO RISPONDE

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Bambina che non vuole più andare a scuola

Salve, sono la mamma di una bambina di 7 anni che da circa 2 settimane manifesta grande ansia: la sera riesce ad addormentarsi, ma con grosse difficoltà e spesso dopo aver pianto a lungo.

Inoltre accusa senso di vomito e dolori di vario tipo senza nessuna apparente causa organica.

C’è da dire che quest’anno in coincidenza con l’inizio della seconda elementare ha cambiato tutte le maestre.

All’inizio mi ha espresso il suo dispiacere per la mancanza delle vecchie maestre e la sua preoccupazione per la severità di una delle nuove in particolare; ho cercato di rassicurarla e sembrava stesse adattandosi abbastanza bene anche perchè è molto volenterosa e capace. E’ sempre andata volentieri all’asilo e poi a scuola dove è ben inserita tra le compagne che frequenta anche fuori.

La causa scatenante è stato un rimprovero molto aspro da parte dell’insegnante in questione che la bambina ha percepito come fortemente ingiusto: non essendo riuscita a sentire correttamente quale fosse la consegna data ha fatto un errore che ha provocato una reazione molto forte da parte della maestra. Adesso manifesta tutta la serie di disagi che ho descritto sopra ed ha paura che se sbagliasse ancora verrebbe trattata di nuovo nello stesso modo.

Ne abbiamo parlato a lungo: ho cercato di farle capire che non c’è nulla di male nello sbagliare, che anzi è importantissimo per imparare e così via- ma non riesco ad aiutarla in modo efficace. Ho provato a parlarne con la maestra senza risultati almeno per ora (so che altri bambini nella scuola stanno vivendo problemi simili con la stessa maestra, ma vorrei evitare di farne un caso perchè temo sia controproducente) anche perchè si è messa subito sulla difensiva preoccupando di difendere il suo operato, che peraltro non intendo affatto criticare, mentre la mia principale preoccupazione è salvaguardare il rapporto che mia figlia ha con l’apprendimento – che finora è sempre stato sereno e felice – e l’immagine che ha di sè stessa.

Potreste consigliarmi l’approccio migliore da tenere con l’insegnante? Si può chiedere qualche forma di consulenza nella scuola per questo tipo di problematiche? Grazie mille una mamma preoccupata

 

Cara mamma,

la bambina ha vissuto con difficoltà il cambiamento scolastico dovuto alla sostituzione di tutte le sue maestre: ha espresso dispiacere per la perdita di quelle vecchie e timore per la severità di una delle nuove. E purtroppo si è poi verificato ciò che sua figlia temeva e questo l’ha fortemente scossa al punto da manifestare quei sintomi di natura psicosomatica che lei ha descritto nella sua richiesta.  Non credo che si tratti di difficoltà legate al distacco dalle figure genitoriali, visto che dalla sua esposizione non sembra che la bambina abbia avuto in passato problemi di questo tipo, però le consiglio comunque di fare a questo proposito una riflessione personale per escludere questa eventualità.

La difficoltà legata al cambiamento, molto probabilmente, dipende da un senso di insicurezza ed inadeguatezza, amplificato dal timore di nuove sgridate. È molto importante che lei comprenda ed accolga questo stato di insicurezza e di ansia connesso con la prestazione ed il risultato. Provi a parlare con franchezza con la bambina, a chiederle come sta e come si trova a scuola (durante le lezioni, nelle interrogazioni, con le maestre e con i suoi compagni) per cercare di capire cosa e come sta vivendo la realtà scolastica e per farle sentire che le è vicina, la protegge e che rappresenta per lei un punto al quale può far riferimento in caso di aiuto.

È importante capire quali siano le paure di sua figlia di fronte a questa insegnante (del giudizio, della prestazione, della punizione, del confronto, della possibile aggressione, ecc.) ed aiutarla a superarle.

Le ricordo che l’ingresso a scuola, costituisce una prova assai importante per i bambini, è il primo momento di confronto sulla prestazione, oltre che sulla socialità giudicato da adulti e compagni. È una fase di grandi paure, perché le aspettative sulle prestazioni si innalzano e il bambino non ha ancora consapevolezza su quali siano le sue capacità e la sua apprezzabilità.

Dopo aver sondato il vissuto della bambina, le consiglierei di parlare nuovamente e con franchezza con la maestra in questione, spiegandole che non intende criticare il suo operato, ma che la sua preoccupazione è rivolta a sua figlia per salvaguardare il suo rapporto con l’apprendimento e l’immagine di se stessa, proprio  come ha scritto nella domanda che mi ha posto.  Provi a cercare insieme alla maestra (so che potrebbe essere difficile) una strada per far sentire la piccola serena e non eccessivamente pressata dalle richieste esterne. Qualora il colloquio con la maestra non porti a risultati apprezzabili, può provare a rivolgersi allo sportello di ascolto della scuola.

Con pazienza, amore e lavoro comune, questa fase probabilmente  verrà superata e porterà con sé delle acquisizioni positive. In caso contrario non esiti a ricontattarmi o a richiedere una visita specialistica.

Saluti dalla psicologa

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