12 Aprile 2018 L'ESPERTO RISPONDE

Flavia Cavalero

La dottoressa Flavia Cavalero è psicologa e psicoterapeuta. Cura la parte “psi” del sito www.psicomamme.it, svolge l’attività nel suo studio in via Bruino, 3 a Torino e si occupa di psicoterapia individuale e di gruppo nell'ottica del raggiungimento e del mantenimento del benessere psicologico. Riceve su appuntamento, tel. 333/3628327

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Bambina che dorme ancora nel lettone

Buongiorno,
Il mio compagno è separato e ha tre figli e una figlia femmina che all’età di dieci anni dorme con lui nel nostro letto quando io non ci sono.
E’ giusto o sbagliato che dorma ancora con il papà essendo già a conoscenza dei rapporti tra uomo e donna e altre cose?
Grazie

Buongiorno,

la questione della richiesta dei figli di condividere il lettone con i genitori, è da anni al centro della letteratura di pedagogisti e psicologi e, per semplificare, ci sono due filoni opposti di risposta che sono i possibilisti e, al contrario, gli intransigenti. I primi sostengono che il lettone è anche un luogo di coccole, di trasmissione di sicurezza e fino a quando il bambino non si sente pronto può essere condiviso con i genitori (dando comunque dei limiti). I secondi sostengono che i bambini vadano abituati fin da subito a dormire nel loro letto.

Personalmente credo che non ci sia una regola “giusta” e adottabile per tutti i casi, ma solo delle linee guida che possono essere utilizzate a seconda delle situazioni.

In caso di separazioni e divorzi è usuale assistere alla richiesta dei figli di condividere il letto dei genitori e questo viene vissuto come il prolungamento del tempo che si trascorre insieme al genitore che si frequenta di meno. Ancora di più si assiste a questo fenomeno quando il genitore ha un nuovo/a compagno/a e qui è spesso la gelosia a far nascere la richiesta.

Ho fatto questa introduzione per inquadrare, anche se in modo sommario, questa manifestazione, ma della sua lettera mi ha molto colpita il suo associare la sessualità con questo evento. Le suggerisco dunque alcune domande da porre a se stessa:

– come mai faccio questa associazione?

– quanto c’entra la gelosia con questo comportamento e da quale parte agisce?

– ci sono dei motivi concreti, reali, che mi portano a fare questo pensiero?

– ne ho parlato con il mio partner?

– ho dichiarato al mio compagno il mio dissenso?

Mi rendo conto che non sia sempre facile entrare nel rapporto esistente tra il proprio compagno e i figli avuti da una precedente relazione, ma è molto importante farlo, così come è importante decidere insieme alcune regole di convivenza che permettano a tutti di vivere con serenità il nuovo nucleo familiare.

Cordialità

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