Gentile mamma,
il suo bambino mi sembra tanto alla ricerca di consenso, di approvazione e di inclusione con gli amici. A sei anni non si sa, tranne in rarissimi casi, cosa si voglia fare né cosa davvero possa piacere: di sicuro si sa che si vuole giocare, partecipare, diventare un eroe e avere tanti amici.
Immagino la giornata tipo del suo bambino: la mattina a scuola, forse anche qualche pomeriggio, poi i compiti e le attività. Il tempo per giocare in modo creativo e spontaneo risulta molto ridotto. Con le belle giornate, se è possibile, i bambini stanno bene all’aperto e giovano molto in termini di crescita di quelle attività meno controllate e guidate dalla fantasia.
Le consiglio anche di parlare con gli insegnanti di scuola per sapere come si comporta in classe, come sta con i compagni e se è partecipe in classe, è probabile che il ritratto che faranno di suo figlio sia meno severo di quello che lei stessa fa.
Credo che anche un confronto con le altre mamme possa esserle utile per ridimensionare le sue aspettative e per lasciare che suo figlio individui ciò che gli piace e ciò che non gli va.
Lei scrive “Io ho paura che crescendo rimanga da solo perché non riesce e non vuole imparare a fare niente”, paura che mi sembra davvero qualcosa di suo, di personale, che magari riguarda qualcosa della sua storia e della sua esperienza ma che se lei vive in modo così forte rischia di trasmettere direttamente a suo figlio, trasformandola in una “profezia che si auto avvera” perché, involontariamente, rischia di metterlo lei stessa in condizioni di competizione piuttosto che di puro divertimento.
Spero di esserle stata utile.