3 Giugno 2014 L'ESPERTO RISPONDE

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Bimba aggressiva

Buongiorno dottoressa,

le chiedo aiuto perche sono proprio disperata la mia bimba ha 3 anni mezzo. Ha iniziato l’asilo a settembre e le maestre mi dicono che si comporta bene. E’ sempre stata stata una bimba molto attiva.. ma ora sta davvero esagerando: se vuole una cosa piange  e urla all’infinito facendosi venire la tosse dalla rabbia, mi alza spesso le mani e addirittura e arrivata a sputarmi addosso!

Questa situazione mi abbatte molto perche non so come comportarmi,  non vuole sentirsi dire no!

Molte volte sono stata decisa a matenermi ferma nelle mie decisioni ma quando vedo che si fa venire il vomito a furia di piangere cedo ai suoi capricci.

Non so come devo comportami quando fa cosi… La prego mi aiuti

grazie

Cara mamma,

Come sostiene anche lei nella sua richiesta, la bambina sta veramente esagerando: “piange e urla all’infinito, si fa venire la tosse e il vomito, le alza le mani ed è arrivata a sputarle addosso”. Questa situazione va immediatamente affrontata, perché rischia di sfuggirle di mano, se già non è successo. Sarebbe molto utile, ai fini della mia risposta, capire cosa intenda lei per “bimba molto attiva”, perché mi darebbe modo di comprendere quali fossero i comportamenti della piccola prima che precipitassero. Inoltre, e non mi stancherò mai di specificarlo, i dati inerenti le reazioni da parte delle figure di riferimento agli atteggiamenti di natura aggressiva della bambina e il clima che la bambina respira in casa sono di estrema importanza ai fini di questa consulenza.

Innanzitutto, le consiglio di non cedere ai suoi capricci, ma di avere un atteggiamento fermo e risoluto: se dice no, non può tornare indietro sulla sua decisione e gliela deve giustificare. Oltre ad intervenire con autorevolezza, è importante analizzare il comportamento della bambina, per comprendere se l’aggressività agita è sintomo di un disagio più profondo difficile da esprimere con le parole o con una gestualità più pacata.

Consiglio un atteggiamento contenitivo della mamma nei confronti della bambina: quando è arrabbiata provi ad accoglierla nelle sue braccia e a dirle queste parole: “so che sei arrabbiata, lo sento, però la mamma non si picchia, la mamma ti è vicina ed è qui per aiutarti; stringimi e prova a rilassarti”; anche se la piccola continuerà a picchiarla, le dica queste parole e non la obblighi a stare in braccio se lei non vuole. Deve procedere per tentativi ed errori. Bisogna anche porre dei limiti a questa bambina: la mamma non si picchia; si può scaricare la propria rabbia picchiando un cuscino o un altro oggetto morbido della casa, si possono sbattere forte i piedi per terra (ci sono varie tecniche per scaricare la rabbia), ma la mamma va trattata con rispetto e delicatezza e se viene picchiata si fa male, il cuscino no. Questo va spiegato alla bambina, con parole molto semplici, che lei possa comprendere. La mamma deve rappresentare un importante punto di riferimento per i propri figli, deve trasmettere senso di sicurezza e protezione e basare la relazione sull’amore. Non può quindi rimanere inerme di fronte agli attacchi aggressivi precedentemente descritti e nemmeno reagire in modo violento, ma deve farsi carico del malessere della bambina attraverso il contenimento fisico ed emotivo e insegnarle che ci sono altri modi per comunicare questo malessere. L’intervento genitoriale, in questo caso, consiste anche nel giocare l’aggressività attraverso l’utilizzo di un giocattolo come un peluche o una bambola che agisca la rabbia e leggendo libri che trattino l’argomento come per esempio “Che rabbia!” e “Nel paese dei mostri selvaggi” editi da Babalibri per citare solo due titoli, ma la bibliografia sull’argomento è vastissima. Questi tipi di intervento, per quanto molto utili, da soli non bastano, in quanto le reazioni dei genitori ai comportamenti aggressivi, ostili, di rabbia della bambina rivestono un ruolo determinante. Se questi comportamenti vengono repressi, ignorati o gestiti con risposte aggressive da parte del genitore (ad esempio uno schiaffo o urla) la bambina non comprende come gestire i propri impulsi sentendosi conseguentemente confusa e smarrita. Di pari importanza è il clima emotivo che la piccola respira in famiglia. I genitori rappresentano per i figli un esempio da cui apprendere, quindi diventa importante ciò che la bambina vede in famiglia: i genitori devono dimostrare di accettare la propria aggressività come impulso naturale, che si può esprimere in modo utile e non distruttivo; la bambina non imparerà mai se vede che il genitore ha un atteggiamento prepotente o se urla.

Cerchi di insegnare alla sua piccola la fondamentale differenza tra cosa è accettabile e cosa non lo è: la lodi quando esibisce un buon comportamento e sia decisa nel fermarla quando mostra un atteggiamento riprovevole, spiegandole sempre che è il comportamento ad essere “cattivo”, non la bambina.

Le consiglio di aiutare sua figlia affinché riesca ad educare la propria aggressività dirompente, utilizzando i suggerimenti che trova qui esposti. E soprattutto di educare la pulsione aggressiva a livello familiare: come ho già scritto, l’esempio che voi date è importantissimo. In ultima analisi può rivolgersi ad uno psicoterapeuta che vi prenda in carico.

Saluti dalla psicologa.

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