13 Ottobre 2014 L'ESPERTO RISPONDE

Flavia Cavalero

La dottoressa Flavia Cavalero è psicologa e psicoterapeuta. Cura la parte “psi” del sito www.psicomamme.it, svolge l’attività nel suo studio in via Bruino, 3 a Torino e si occupa di psicoterapia individuale e di gruppo nell'ottica del raggiungimento e del mantenimento del benessere psicologico. Riceve su appuntamento, tel. 333/3628327

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Bimba di due anni con disturbo compulsivo?

Mia figlia ha due anni e mezzo. E’ molto sveglia, socievole con gli altri bambini ed adulti, molto educata e sempre allegra e vivace. Purtroppo prende ancora il latte in bottiglia e non ne vuole sapere di togliere il pannolino. Da qualche settimana prima di bere il latte in bottiglia durante il giorno o alla sera o al mattino ripete la frase ” ora bevo il latte ok” oppure qualche volta con un biscotto prima di mangiarlo dice” ora mangio il biscotto ok” con tono affermativo. Cosa puo’ significare ? Qualche segnale importante nella sintomatologia del comportamento compulsivo?
Maria

Buongiorno Maria, la rassicuro subito dicendo che a due anni e mezzo diagnosticare un disturbo compulsivo mi pare come minimo improbabile, la letteratura insegna che l’esordio può avvenire verso i nove anni …I bambini usano normalmente dei rituali che sono consolatori e rassicuranti.
Anche rispetto al pannolino mi sento di rassicurarla perché i bambini raggiungono il controllo degli sfinteri tra i 18 e i 30 mesi; come vede un lasso di tempo che non è rigidamente definito a priori in cui sua figlia rientra tranquillamente.
In ultimo arriviamo al “latte in bottiglia”, sono molti i pediatri che consigliano di interrompere l’uso del biberon entro i 24 mesi per questioni legate alla formazione dei denti e altro … quel che è certo è che molti bambini invece lo richiedono più a lungo.
Approfitto della sua lettera per ricordare che i bambini hanno la necessità di essere guidati nei loro comportamenti e che siamo noi genitori che sosteniamo spesso le loro richieste, partecipiamo alla costruzione delle loro abitudini e dei loro atteggiamenti. I bambini non hanno consapevolezza di ciò che possa essere o non essere funzionale ad un loro adeguato sviluppo psico – fisico, pertanto noi adulti dobbiamo intervenire indicando le modalità più consone. Ciò spesso vuol dire anche sostenere pianti e capricci, ma è solo l’inizio di un lungo periodo educativo che vedrà ben altri conflitti ai quali dobbiamo essere preparati, noi e loro, perché fanno parte del processo di crescita.
Cordialità

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