10 Novembre 2014 L'ESPERTO RISPONDE

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Bimba ribelle e ingestibile

Buongiorno la mia bimba di 5 anni è molto vivace e testarda ma in questo ultimo anno con la nascita del fratellino la situazione è diventata insostenibile.

Premetto che sono sempre sola e il papà non c’è mai e per delle semplici richieste tipo vèstiti lava le mani lei mi risponde con un no urlando e dicendomi cattiva. …poi continua urlando sbattendo piedi strappandosi i capelli e dicendomi che non riesce a calmarsi.

Dice che non mi vuole che sono niente e che mi mette in prigione., che non esisto.! Avolte non reagisco ma a volte sfinita e stanca le do due sculacciate e la trascino in camera sua. Qui continua ad urlare.

La cosa si ripete spesso, anche dopo averle dedicato il pomeriggio facendo giochi insieme.

Non so più che fare, sono mortificata. Anche all’asilo e in piscina i maestri si lamentano che non ascolta!

Aiuto

Cara mamma,

sua figlia manifesta un comportamento di forte rabbia, che esprime sia a livello corporeo, sia verbale. L’aggressività viene rivolta verso se stessa strappandosi i capelli e verso di lei quando le dice che è cattiva, che non la vuole … Inoltre, si tratta di una manifestazione che la piccola non riesce a controllare ( “non riesce a calmarsi”).

L’aggressività è una risorsa da educare e se mal gestita si trasforma in energia distruttiva verso se stessi e gli altri, come sta succedendo a sua figlia. La bambina deve imparare a riconoscere le sue tendenze aggressive, accettarle come parti integranti di sé e controllarle. Questo processo di elaborazione mentale  viene facilitato da strumenti quali il sogno e il gioco, e dall’esempio e intervento quotidiano offerto da voi genitori. I primi due permettono alla bambina di rappresentare a livello simbolico i piccoli conflitti interiori e di fare esperienza. L’intervento genitoriale consiste nell’agire la rabbia insieme alla bambina in un contesto di gioco, nel lavorare sulla motricità ad esempio tirando pugni contro un cuscino, nel leggere libri che trattino come argomento l’aggressività, nel contenerla fisicamente ed emotivamente.

Anche le reazioni di voi genitori ai comportamenti aggressivi della piccola sono importantissimi. Il fatto che lei a volte non reagisca e altre volte le dia due sculacciate non va bene, perché ciò significa che a volte la ignora, altre volte risponde in modo aggressivo, mandando la bambina in confusione. In questo modo la bambina non imparerà come gestire i propri impulsi. Lei deve attuare un tipo di risposta che deve essere sempre la stessa: deve contenere gli impulsi aggressivi di sua figlia, non deve ignorarla e nemmeno aggredirla. Capisco che non è semplice, soprattutto quando si è da soli ad occuparsi di due bambini, ma il suo comportamento deve andare in questa direzione per il bene di entrambe i suoi figli, perché anche il piccolo patisce questa situazione.

Anche il clima emotivo che la bambina respira in famiglia è determinante, in quanto i genitori rappresentano un esempio da cui apprendere: la mamma e il papà devono dimostrare di accettare la propria aggressività come impulso naturale, che si può esprimere in modo utile e non distruttivo; se la mamma e il papà sono prepotenti e urlano, l’esempio che forniscono è negativo e l’apprendimento della bambina avverrà di conseguenza.

L’aggressività eccessiva influisce negativamente sulla qualità di vita di sua figlia e sul suo sviluppo affettivo e sociale. Il rischio per la vostra piccola è che l’aggressività, in quanto energia, possa diventare patologica in età evolutiva e, se mal gestita, favorire la formazione di disturbi quali l’iperattività o i comportamenti oppositivo-provocatori.

L’iperattività consiste in un aumento dell’attività motoria, in un’irrequietezza che è ben diversa dalla vivacità e che si manifesta attraverso comportamenti come il non riuscire a stare seduti per più di qualche minuto o il camminare nervosamente su e giù per la stanza. Questa irrequietezza può interferire negativamente sull’attenzione e sull’apprendimento e quindi sul rendimento scolastico, sull’autostima e sulla motivazione allo studio.

I bambini con comportamenti oppositivo-provocatori presentano un atteggiamento aggressivo, distruttivo, disobbediente, provocatorio e ostile verso le figure di autorità. Spesso sono arrabbiati, rancorosi, dispettosi, vendicativi, suscettibili, facilmente irritabili, litigano con gli adulti, sfidano attivamente le regole e si rifiutano di rispettarle. Tenga presente che gli anni dello sviluppo sono contrassegnati da un crescente senso di individuazione e autonomia, di conseguenza l’ostinazione fino a sei anni è normale, oltre può rientrare nel disturbo oppositivo-provocatorio. E sua figlia ne ha già cinque.

Per fornire una risposta più precisa ed attinente al vostro caso, dovrei raccogliere altre informazioni, peraltro importantissime. La nascita del fratellino può aver provocato un peggioramento in una situazione già problematica, però non posso pronunciarmi, perché non so come relazionano fratello e sorella e come voi relazionate con loro.

Il mio consiglio è di aiutare sua figlia ad educare la sua aggressività dirompente, utilizzando i miei suggerimenti. E soprattutto di educare la pulsione aggressiva a livello familiare: come ho già scritto, l’esempio che voi date è importantissimo. In ultima analisi potete rivolgervi ad uno psicoterapeuta che vi prenda in carico.

Spero di esserle stata utile e mi ricontattati se ne sente il bisogno.

Saluti dalla psicologa

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