Buongiorno, scrivo nuovamente per un ulteriore consiglio sul comportamento di mio figlio.
Ho scritto tempo fa riguardo alla sua difficoltà di accettare i no, e vi ringrazio per i consigli e le vostre indicazioni preziose, che abbiamo seguito.
Mio figlio ( ha 8 anni e frequenta la 3 elementare), inizia ad avere, nei diversi contesti sociali che frequenta: scuola, squadra di calcio, situazione di incontri con altre famiglie, la stessa dinamica di comportamento: molto vivace, simpatico e brillante, molto cercato dai bambini, sia perché non rifiuta mai nessuno, sia perché gli piace molto “esibirsi e fare il pagliaccio per far ridere gli altri, molto emotivo.
In qualunque situazione di gruppo si lascia trascinare in qualunque cosa, come se tutto fosse un gioco e un divertimento ( ad es. a scuola chiacchiera e fa comunella con gli amici più esuberanti come lui non accorgendosi magari che la maestra li chiama per fare la fila; oppure giocano negli spogliatoi con lanci di scarpe e vestiti). Spesso si presta a giochi e scherzi proposti da lui o da altri, dimenticandosi ciò che ha attorno non badando a tempi, spazi, o la parola dell’adulto che lo chiama e lo sollecita a fermarsi. A volte fisicamente non riesce a controllarsi e se gli fai notare il suo comportamento si innervosisce e si sente criticato.
E’ sempre stato creativo e iperstimolato dall’esterno (una ne penso e 3 ne ho già attivate), con difficoltà a seguire le regole standard. Con le maestre è rispettoso ed è educato, ma le insegnanti riportano una vivacità elevata, un temperamento da leader, un ottimo allievo dal punto di vista didattico, a volte prende in giro i compagni e ride sguaiatamente di loro, e fatica a stare nelle regole. Ne abbiamo parlato insieme alla maestra: mentre la maestra raccontava, sembrava non riconoscersi nel racconto, aveva il magone e gli occhi lucidi e sinceri.
La casa e la famiglia sono per lui luogo di sfogo e manifestazioni di nervosismo contro madre, padre, e sorella di 5 anni, che lui dice di odiare, spesso senza apparenti cause scatenanti. Se incentivato a parlare racconta di situazioni di disagio vissute a scuola con compagni o maestre. Di compagni che fanno i dispetti, che gli parlano mentre lui fa le cose e lo distraggono…… in pratica la versione della maestra e la sua sono quasi all’opposto. Il bambino ha anche un altro aspetto del carattere: dolcezza, sensibilità accentuata, intuitività.
In aggiunta ci tengo a dire che io e il padre siamo stati 2 genitori molto vicini a lui e alla sua crescita, ma siamo anche consapevoli di essere stati due genitori molto insicuri nel dargli limiti e stop decisi quando era piccolo e troppo timorosi di sbagliare.
Ora mi chiedo: mio figlio è un bugiardo? cosa ci sta dietro la sua versione delle situazioni che vive fuori casa? come possiamo aiutarlo a crearsi il confine tra sé e gli atri, a seguire la sua strada e a scegliere quando e se è il momento di seguire un amico o di proporre uno scherzo? Come gli insegniamo ad essere consapevole di sé, delle sue caratteristiche? ma noi genitori, abbiamo fatto tanto danno non insegnando il rispetto del tempo e dei confini quando era più piccolo, e ora rischia di diventare un bambino iperattivo o con difficoltà nel comportamento sociale?
Grazie
Una mamma che si sente un po’ in colpa per i suoi errori
Buongiorno Emanuela, i toni della sua lettera mi sembrano sempre più preoccupati e questo mi induce a suggerirle di rivolgersi di persona ad uno psicologo, innanzitutto per placare le sue ansie, eventualmente anche per un colloquio con il bambino. Quando noi genitori siamo ansiosi, preoccupati e perdiamo un po’ l’ago della bussola, allora trasmettiamo tutto ciò in primis ai nostri figli, che percepiscono il nostro disagio e lo seguono.
Provo a rispondere alle sue domande:
– Mio figlio è un bugiardo? Forse un po’ sì, ma è del tutto normale. La favola di Pinocchio ci insegna che i bambini (e non solo loro) hanno una sorta di “istinto di sopravvivenza” molto elevato e per proteggere la loro immagine da bravo bambino sono disposti a mentire
– Cosa ci sta dietro la sua versione delle situazioni che vive fuori casa? Forse ci sta l’intenzione di scaricare le responsabilità sugli altri perchè non ha imparato a gestire i propri errori
– Come possiamo aiutarlo a crearsi il confine tra sé e gli atri, a seguire la sua strada e a scegliere quando e se è il momento di seguire un amico o di proporre uno scherzo? Questa mi sembra una questione di regole e non è mai troppo tardi per insegnarle. Certo sarebbe stato più facile iniziando qualche tempo fa …
– Come gli insegniamo ad essere consapevole di sé, delle sue caratteristiche? A questa domanda rispondo con altre domande: come va la relazione con la sorella? Il vostro comportamento con lei è diverso da quello che avete con lui? Il bambino dice di odiarla, gli avete chiesto il perché?
– Ma noi genitori, abbiamo fatto tanto danno non insegnando il rispetto del tempo e dei confini quando era più piccolo, e ora rischia di diventare un bambino iperattivo o con difficoltà nel comportamento sociale? Il vostro bambino ha 8 anni questa previsione mi sembra alquanto pessimista, io non so dirle se ci sia sotto al suo comportamento un disagio psicologico perché non conosco il bambino e mi permetto di insistere un po’ nel consigliarle un colloquio vis à vis con uno psicologo perché, ribadisco, anche le ansie dei genitori ricadono sui figli.
Un cordiale saluto