23 Febbraio 2015 L'ESPERTO RISPONDE

Flavia Cavalero

La dottoressa Flavia Cavalero è psicologa e psicoterapeuta. Cura la parte “psi” del sito www.psicomamme.it, svolge l’attività nel suo studio in via Bruino, 3 a Torino e si occupa di psicoterapia individuale e di gruppo nell'ottica del raggiungimento e del mantenimento del benessere psicologico. Riceve su appuntamento, tel. 333/3628327

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Come posso aiutare mia figlia a gestire le emozioni?

Salve, mia figlia di anni 6 è incapace di gestire le emozioni e per paura di essere troppo felice o troppo triste si contiene e tende ad avere tutto sotto controllo. In caso le capiti una sorpresa (tipo la visita di qualcuno a cui lei vuole bene) lei scoppia a piangere a dirotto senza riuscire a smettere e se le propongo di andare a trovare le sue maestre della materna si emoziona così tanto che preferisce rinunciarci anche se so che le farebbe piacere… è una bambina un po’ introversa, timida ma senza esagerare, a scuola riesce ad avere rapporti amichevoli e complici con i suoi compagni anche se è capitato si rifiutasse di andare a salutare la sua amica fuori da scuola prima della campanella (per timidezza). Ho come l’impressione che abbia una scarsa autostima e che tema il giudizio degli altri.
Ha sempre dimostrato un attaccamento forte nei miei confronti (forse per gelosia della sorella più grande, con la quale comunque va molto daccordo),  e rifiuta i rimproveri.
Le chiedo: come posso aiutarla a gestire le emozioni, ad insegnarle ad avere più sicurezza in se stessa, a superare le sue timidezze?
Grazie

Buongiorno Alessandra, la difficoltà di alcuni bambini a gestire le emozioni è un fenomeno sempre più comune. Le motivazioni che sono alle base di questo atteggiamento possono essere le più diverse. Per questo motivo le consiglio una consulenza vis à vis con uno psicologo per approfondire la sua specifica situazione.

Per aiutarla a gestire le emozioni può, intanto, fargliele riconoscere, nominandole quando vengono provate. Se ad esempio arrossisce  può chiederle se sta provando vergogna o paura, se piange può chiederle se è emozionata in modo positivo o se si sente arrabbiata, e così via. Il tono delle domande non deve essere inquisitorio ma, al contrario, accogliente e contenitivo.
Un altro modo che può utilizzare è quello di farle disegnare i suoi stati d’animo, le sue emozioni, giocando con lei.

Un caro saluto

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