11 Settembre 2016 L'ESPERTO RISPONDE

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Continua ricerca del seno

Buongiorno,

mi chiamo Serena e sono mamma del piccolo Stefano dallo scorso 8 luglio.
Vi contatto per raccontare la nostra storia e conoscere il vostro parere in merito ad alcuni dubbi che ho, considerando che sono alla mia prima maternità. Ho iniziato ad allattare esclusivamente da circa 3 settimane, dopo un inizio un po’ travagliato׃ cesareo dopo circa 20 ore dalla rottura delle acque in cui era presente meconio, 6 giorni di ospedale in cui il piccolo è stato sotto antibiotici e in terapia per l’ittero e, su consiglio del primario, dalle dimissioni allattamento misto (ogni 3 ore per 10 minuti a seno e poi aggiunta di artificiale). Questo ha creato non pochi problemi a Stefano, che dal 15esimo giorno di vita ha iniziato a soffrire di coliche quasi dopo ogni poppata al biberon.

Per evitare tutto questo, ho deciso autonomamente di provare a eliminare l’artificiale e ho scoperto con gran sollievo che con il mio latte è cresciuto di circa 200 gr a settimana, senza aggiunte di nessun tipo, e anche le coliche sono andate diminuendo fino a scomparire quasi del tutto.

Sono molto felice di questo risultato, ma ho dei dubbi su come sta procedendo l’allattamento e la nostra quotidianità. Il piccolo vuole vivere esclusivamente in braccio e tiene il seno in bocca in qualsiasi momento, compreso quando dorme, poppando poco e spesso e mangiando anche quando è assopito se arriva un riflesso di emissione. A volte capita che si assopisca e si risvegli per riprendere il seno, questo sia di notte che di giorno, e se si accorge di aver perso il seno si agita e piange, tanto che dorme con me, nel letto e addosso, perché se solo provo a sdraiarlo accanto, si agita, protesta fino al pianto, impedendo il suo e il mio riposo – già precario.

I suoi cicli di veglia sonno sono piuttosto regolari: di giorno si assopisce circa dalle 9 alle 11 con frequenti risvegli e di pomeriggio dalle 14 alle 16, sempre interrompendosi e con necessità assoluta di stare in braccio e al seno. Di notte dorme 3-4 ore, risvegliandosi poi 3 o 4 volte per poppare o stare semplicemente attaccato. Per il resto del giorno sta sveglio e attaccato al seno, con piccole pause per il cambio o quando riesco ad affidarlo a mio marito per 15-20 minuti. In certi orari – prime ore del pomeriggio e dalle 18 in poi – manifesta più nervosismo del solito e sembra
inconsolabile, neanche stare in braccio e al seno lo calma, e comincia a piangere e a sfogarsi ciucciando nervosamente e tirando il capezzolo con foga. In quei momenti di solito provo a passeggiare, sempre con lui attaccato, tenendo il pancino a contatto con la mia pancia e cullandolo. Alcune volte riesce ad assopirsi mentre altre volte non c’è nulla da fare e soltanto con un lungo giro in macchina si rasserena fino ad addormentarsi.

Inutile specificare che rifiuta qualsiasi tipo di ciuccio, carrozzina o simili, compresi fascia e marsupio, e che pesando già 5 chili sta diventando per me difficile ed estenuante, anche perché dopo tante ore il seno mi duole e a volte mi sento davvero stanca e ho i crampi alle braccia. Ho sentito dire che questo attaccamento è positivo e fa bene al piccolo, anche perché stando al seno, oltre a nutrirsi, si sente coccolato, si rilassa e si sente al sicuro, ma c’è chi sostiene che dovrei incoraggiarlo al distacco prima che sia troppo tardi, se necessario anche lasciandolo piangere, perché potrebbe ‘abituarsi’ e continuare a richiedere lo stesso anche nei prossimi mesi.

Cosa mi consigliate di fare?

Grazie

Buongiorno Serena,
la situazione descritta risulta davvero faticosa e credo sia importante provare a fare piccoli passi verso la nascita di uno spazio di relazione tra te ed il tuo bimbo che vada oltre l’allattamento al seno per il benessere emotivo di entrambi.
Per riuscire a capire come mai al momento sembra tutto così difficile un pensiero va sicuramente all’inizio burrascoso della vostra storia a partire dal momento del parto che ha probabilmente generato delle insicurezze e dei timori di perdita del piccolo. Ora lui sta crescendo bene, ma ha bisogno di essere accompagnato molto gradualmente ad accettare piccoli cambiamenti nella sua quotidianità e di poter acquisire giorno dopo giorno i primi germogli di fiducia in sé stesso e nelle sue potenzialità di esplorare il mondo intorno a lui.
Considerato che non abbiamo alcuna informazione sulla gravidanza, sul rapporto con il papa’ e sui progetti per i prossimi mesi la risposta può risultare poco esaustiva. Credo che se nel giro di qualche settimana non osservi miglioramenti può essere importante chiedere una consulenza psicologica ad un esperto di prima infanzia e genitorialita’ in modo da poter approfondire e condividere quanto sta succedendo e trovarne il senso.
Saluti
Dott.ssa Marta Sortino Associazione Aquiloni

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