4 Febbraio 2016 L'ESPERTO RISPONDE

Lucia Barolo

La dott.ssa Lucia Barolo, Psicologa e Neuropsicologa, svolge valutazione e riabilitazione neuropsicologica per i disturbi cognitivi, sostegno per disagi del bambino e dell’adolescente; attività di parent training; attività di consulenza tecnica di parte legate a separazioni e divorzi, affidi e valutazioni delle capacità genitoriali; interventi di supporto e sostegno alla genitorialità; attività di sostegno psicologico alle coppie con bambini con difficoltà cognitiva e fisica. Riceve su appuntamento presso il suo Studio di Torino e presso lo Studio Emovere, viale Angeli 26/bis – Cuneo cell. 339-3163133 - [email protected]

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Diagnosi di BES, che fare?

Buongiorno dottoressa, mio figlio di 9 anni e mezzo ha appena avuto una diagnosi di BES per disturbi cognitivi. Ha grosse difficoltà a comprendere le lezioni in classe, a ricordare i concetti, a collegarli tra loro, a ricordare il significato dei termini e anche a dare una logica a certe cose che agli occhi normali appaiono semplici. Ora è in quarta elementare, ma già dalla seconda, sempre di più manifestava difficoltà, infatti le pagelle, dalla second ain poi, riportavano la frase “deve migliorare la comprensione del testo” e parlando più volte con le insegnanti, sia italiano che inglese dicevano le stesse cose: ci dicevano che lui sa quello che deve fare, che è in grado di fare i compiti, che erano adatti a lui, che tutti gli argomenti venivano già ampiamente trattati in classe e di farlo leggere di più a casa, e di fargli capire l’importanza di fare i compiti… Cosa che noi cercavamo e cerchiamo di fare giornalmente, ma con scarsi risultati. Pomeriggi interi a cercare di fargli fare le cose, di affiancarlo nella lettura, ecc… Lui non fa mai di buon grado, a volte termina i compiti, ma con aiuto nostro, altre lascia parecchi compiti a metà, ma comunque sempre contrariato e con poca voglia.

Noi, fino a pochi giorni fa, lo accusavano di essere svogliato, non interessato agli argomenti, e comunque pensavamo che la scuola era già impegnativa, finendo alle ore 16, e che lui era un bambino molto energico e attivo (ha un buon fisico, molto tonico, e pratica vari sport), e che non fosse interessato a “sprecare” altro tempo sui libri, ma avesse bisogno di sfogarsi , divertirsi e muoversi. Pensavamo anche che dopo tutte le ore di obbligo di stare attenti a scuola non volesse dedicarsi ancora il pomeriggio… Tra l’altro è un bambino molto allegro, dolce e sensibile, ma ha anche una sorella più piccola di lui di 3 anni, che lo prevarica su qualsiasi cosa, e pensavamo che lei fosse una fonte di stress perchè litigano di continuo, con lei è molto aggressivo a volte senza ragione. Inoltre aggiungo che noi siamo imprenditori molto impegnati e spesso stiamo al telefono, incontriamo persone, ci spostiamo molto in auto, spesso portandoci anche i bambini. Insomma, vita dinamica…

La scuola che frequenta è una scuola internazionale, (ha frequentato il nido statale, poi un normale asilo statale e a 6 anni ha iniziato la scuola internazionale) perché volevamo offrire ai nostri bambini una istruzione di alto livello e con particolare attenzione alle lingue. Infatti fin dalla prima elementare ha iniziato, oltre alle lezioni in italiano, a ricevere informazioni in inglese, inizialmente con canzoncine, filastrocche, ecc… Per poi arrivare dopo solo qualche mese a capirlo bene ed anche a parlarlo abbastanza disinvolto nelle cose semplici… e via via sempre meglio, ora quasi come un madrelingua, sia per la pronuncia, sia per la disinvoltura: tutte le materie di studio si dividono tra quelle studiate in italiano e quelle studiate in inglese.

Per raggiungere la scuola abbiamo circa 40 minuti di viaggio. Il bambino ha avuto difficoltà di comportamento i primi 3- 4 mesi iniziali in prima elementare, infatti era molto aggressivo coi compagni. In quella fase, su consiglio della scuola, noi genitori abbiamo avuto un colloquio con una psicologa, ma visto che la situazione si era rasserenata, non abbiamo fatto alcuna indagine sul bambino.

Il primo anno è proseguito sereno, il secondo anche, dalla terza sono emerse queste più importanti difficoltà con la comprensione dei testi e con lo studio, mano mano che proseguiva l’anno. Non ci siamo allarmati, perché vedevamo nostro figlio sereno, allegro e desideroso di andare a scuola, dove c’era un ambiente molto allegro, divertente, colorato e stimolante. Abbiamo sempre considerato nostro figlio assolutamente nella norma. Non abbiamo mai visto niente di strano in lui, tranne il fatto che si mangiava le unghie… La quarta quest’anno era subito iniziata con queste problematiche di comprensione maggiormente accentuate, e, dopo nostra richiesta di aiuto, ci hanno consigliato di andare da una logopedista.

Oltretutto lui ora, dal divertimento è passato alla frustrazione, dice che i compagni lo prendono in giro perché non capisce, non domanda più niente durante la lezione, perché dice che la maestra gli risponde che l’ha già spiegato e che è il più stupido della classe. E’ diventato molto nervoso, insoddisfatto e aggressivo. E’ sempre arrabbiato, ha perso autostima, anche in altre aree della vita, dice che la sua vita è uno schifo, che gli abbiamo rovinato la vita e che vorrebbe cambiare la scuola.

Abbiamo fatto vari test dalla logopedista, ma non è emerso niente di particolare, alla fine siamo tornati dalla psicologa che avevano conosciuto 3 anni fa. Ha eseguito dei test e ci ha parlato di questo BES, e di provare, senza sperare di ottenere risultati importanti a fare della logopedia specifica per vedere se possiamo migliore la sua problematica cognitiva.

Ora noi siamo molto molto frustrati, abbiamo cercato di dare il meglio per nostro figlio e ci troviamo a dover cercare di risolvere qualcosa che forse non è neanche risolvibile, e ci rendiamo conto che non ha e non sta godendo della sua infanzia: ha un carico psicologico immenso! La scuola non è stata attenta a mio figlio, e non ci ha dato alcun consiglio. Stiamo valutando una altra scuola bilingue dove spostarlo già a metà della quarta, o una scuola statale italiana, ma di sicuro non lo lascerò più dov’è ora!

Come mamma mi sento colpevole di non aver capito che c’era dell’altro e non solo svogliatezza… Mi dia se può dei consigli su vari aspetti, infinitamente grazie!

Preciso che abbiamo avuto questa notizia del BES solo 2 giorni fa, che sospettavo proprio questa cosa che il bambino è aggressivo, insoddisfatto e dice che la sua vita è bruttissima, ecc… da tanto tempo… E noi ora non sappiamo neanche come comunicargli di questo suo problema! Aiuto!!!!

Fulvia

Buongiorno Signora Fulvia,

nel suo racconto non ha indicato per quale problematica suo figlio rientra in un BES, Bisogno Educativo Speciale. La dicitura corretta potrebbe essere diagnosi di disturbi cognitivi, con un supporto scolastico per BES.

Dato che l’inquadramento per un BES rientra in un ampio spettro di problematiche cercherò di formulare un’ipotesi. Dal suo racconto deduco che suo figlio possa avere una difficoltà di lettura nello specifico nella comprensione del testo, quindi non riesce a dare un significato ciò che legge. Questa in genere è definita dislessia di comprensione, ma, come dicevo, la mia è solo un’ipotesi. Inoltre, non voglio contraddire la collega – soprattutto in considerazione del fatto che non conosco l’esito dei test fatti – ma non sempre, e direi mai, è vero non ci possono essere dei miglioramenti a livello scolastico per suo figlio. Esistono supporti specifici, oltre alla logopedia, per imparare dei metodi di studio efficaci in base alle capacità e caratteristiche del bambino; esse, partendo dalle abilità cognitive di suo figlio, andranno a supportarlo nelle difficoltà che presenta ora, portandolo ad un livello di apprendimento al pari, se non migliore, dei suoi compagni.

Un consiglio immediato che mi sento di suggerirvi, dopo aver compreso voi genitori qual è l’esito del percorso di valutazione effettuato, è di dare delle indicazioni pratiche al bambino sul percorso che ha effettuato riportandogli i risultati ottenuti, mettendo soprattutto in evidenza i suoi punti di forza e le capacità che lui ha. Se non ve la sentite di farlo in modo adeguato, potete anche chiedere al professionista che ha eseguito la diagnosi, di supportavi in questa comunicazione al bambino.

Credo che vostro figlio abbia tutte le qualità possibili per affrontare al meglio questa situazione, poiché lo ha descritto come un bambino allegro, sereno e desideroso di andare a scuola. Occorre solo dandogli le giuste opportunità ed essere positivi e propositivi: non arrendetevi di fronte a questa diagnosi. Dato che lui ha sempre dimostrato interesse per la scuola, è un indicatore di un bambino intelligente, al quale piace apprendere e ne comprende il significato. E’ normale che ad oggi, sia frustrato dalle sue difficoltà e sconfortato dall’atteggiamento dei compagni; ciascuno di noi non svolgere volentieri delle attività che trova ardue, lo stesso accade per cui rispetto ai compiti.

Anche nel rapporto con la sorella, il bambino dimostra i suoi vissuti di mortificazione per i suoi insuccessi e di inadeguatezza nel gestire queste emozioni, rivolgendo la propria rabbia verso chi gli è più vicino e più simile a lui in famiglia

Non so quando possa essere positivo per lui cambiare scuola; in ogni caso vi suggerirei di iscriverlo in un plesso scolastico più vicino a casa e che non abbia per forza due lingua. Per il vostro bambino è già difficile e frustrante ogni giorno comprendere la sua lingua madre, provi ad immaginarsi dovergliene aggiungere addirittura due. In ogni caso, la scuola dovrà tener presente del BES utilizzando tutte le indicazioni previste dalla legge, sia che resti nell’attuale scuola sia che decidiate di trasferirlo. Ogni istituto deve avere un referente per queste problematiche, il quale deve informare il collegio docenti della classe di suo figlio di ciò di cui lui avrà bisogno, attraverso la redazione del Piano Didattico Personalizzato, che verrà strutturato anche in base alla diagnosi fatta e alle indicazioni pratiche che le professioniste forniranno alla scuola.

Voi genitori dovrete essere primi a dimostrare a vostro figlio che credete nelle sue capacità e che lo supportate in questo momento difficile, dandogli il più possibile le vostre attenzioni quando siete con lui. Immagino che il lavoro vi assorba molto, ma cercate, per la buona riuscita del rapporto con i vostri figli, di scindere la famiglia dal lavoro, ponendo la massima attenzione a loro ed ai loro bisogni nei momenti che condividete con i vostri bambini.

Per qualunque altro dubbio non esiti a ricontattarmi!

In bocca al lupo

Lucia

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