17 Ottobre 2018 L'ESPERTO RISPONDE

Lucia Barolo

La dott.ssa Lucia Barolo, Psicologa e Neuropsicologa, svolge valutazione e riabilitazione neuropsicologica per i disturbi cognitivi, sostegno per disagi del bambino e dell’adolescente; attività di parent training; attività di consulenza tecnica di parte legate a separazioni e divorzi, affidi e valutazioni delle capacità genitoriali; interventi di supporto e sostegno alla genitorialità; attività di sostegno psicologico alle coppie con bambini con difficoltà cognitiva e fisica. Riceve su appuntamento presso il suo Studio di Torino e presso lo Studio Emovere, viale Angeli 26/bis – Cuneo cell. 339-3163133 - [email protected]

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Disgrafia: imparare tardi l’uso del corsivo può incidere sulla disgrafia?

Buongiorno,
può succedere che un insegnamento tardivo del corsivo possa incidere sulla disgrafia?
Mio figlio ha iniziato la scuola secondaria di primo grado.
Ho insistito con le insegnati della primaria per obbligarlo a scrivere in corsivo all’inizio della quinta elementare. Le insegnanti ritenevo che non fosse necessario obbligare i ragazzi a scrivere in corsivo, quindi hanno lasciato la massima libertà ad ogni ragazzo di poter decidere.
Quasi tutti i ragazzi scrivono ancora oggi in stampato maiuscolo.
Insistendo con il mio, sono riuscita a raggiungere un buon corsivo ma ancora lento e poco fluido.
È necessaria un’indagine?
Grazie per l’attenzione

Buongiorno Signora
il dibattito sull’utilità di far imparare i bambini a scrivere a mano in generale, in un mondo dominato da tastiere di computer e touchscreen, è recente.

La Finlandia, per esempio, nota per essere costantemente ai primi posti nelle classifiche che valutano la qualità dei sistemi scolastici, ha eliminato a partire da quest’anno l’obbligo di imparare a scrivere con carta e penna.

E da un paese all’altro il favore che incontra il corsivo è diverso.

Se in Francia è onnipresente e si insegna fin dall’asilo, a scuola in Messico si impara solo lo stampatello.

Da noi viene di solito introdotto alla fine del primo anno della scuola primaria, ma con tempi diversi a seconda di scuole e insegnanti, e vengono esentati i bambini con certificazioni di disgrafia o di altri disturbi dell’apprendimento.

Alcuni studi hanno osservato che lo scrivere in corsivo o in stampatello comporta l’attivazione di aree cerebrali diverse. Se però il corsivo comporti un particolare tipo di vantaggio cognitivi rispetto allo stampatello non è per niente chiaro.

Secondo uno studio del 2016, a partire da circa 9 anni, i bambini che scrivono in corsivo sembrano in grado di comporre testi più fluidi e migliori nell’ortografia, come se il fatto di legare le lettere nel tratto con la penna aiutasse anche la composizione delle parole e delle frasi. Ma per ora sono indizi piuttosto deboli.

Quindi, l’apprendimento posticipato della scrittura in corsivo non va ad incidere sulle eventuali difficoltà specifiche della scrittura; si potrà osservare una difficoltà nello svolgimento di questa attività, ma non sono correlate.

Probabilmente per suo figlio l’automatizzazione della scrittura in stampato maiuscolo, non lo agevola nell’utilizzo fluido del corsivo; non è strettamente necessario un approfondimento diagnostico, anche perché generalmente le Neuropsicomotriciste che si occupano del rinforzo della capacità grafica, hanno osservato che la correzione e strutturazione di questa abilità è più efficace nei primi anni della scuola primaria.

Se il nuovo ciclo scolastico permette a suo figlio una scrittura in stampato maiuscolo, non insisterei particolarmente sull’automatizzazione della scrittura in corsivo.

Buon inizio d’anno

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