11 Marzo 2017 L'ESPERTO RISPONDE

LABirINTO

Le dottoresse Nota e Garritano psicologhe, e Daniela Meschieri, psicologa e psicoterapeuta, propongono percorsi di gruppo, consulenze, valutazione cognitiva, per promuovere il benessere emotivo-cognitivo dei bimbi e dei loro genitori. Per contattarle [email protected] o 340/87.15.241

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Dopo uno spavento non vuole più mangiare cibi solidi

Buongiorno, sono la mamma di un bambino di 4 anni appena compiuti che durante le vacanze di Natale, mangiando un pezzo di carbone dolce stava per soffocare. Io e il padre l’abbiamo aiutato facendo la manovra di disostruzione e il pezzo di carbone è uscito prima che l’ambulanza giungesse da noi. Dopo quell’episodio il bambino era sereno e mangiava senza problemi. Una settimana fa mangiando una carota cruda, forse per averne presa troppa, si è spaventato e probabilmente ha rivissuto l’esperienza del carbone. Da quel momento non vuole più mangiare cibi solidi, non riesce a deglutirli, sputa anche le briciole che tenta di mangiare, dice che sono troppo grandi. Quando è a tavola con noi sembra avere il desiderio di mangiare ma rinuncia. Nemmeno con i suoi cibi preferiti riusciamo a convincerlo. Non vuole frequentare l’asilo perché li deve mangiare e su consiglio del pediatra questi giorni l’abbiamo tenuto a casa. Come devo procedere? Partire da vellutata, sminuzzare tutto oppure non puntualizzare sulla consistenza del cibo nella speranza che prima o poi lo mangi? Dovrei sentire una psicologa per avviare una terapia? Dovrei spiegargli nuovamente che non mangiando non avrà forze per giocare, fare cose belle… Non so proprio come procedere e ogni giorno sono sempre più preoccupata. Grazie per l’ascolto.

Cara mamma, immagino lo spavento per voi e il vostro bambino durante l’episodio in cui avete fatto la manovra di disostruzione pediatrica.

Da quello che lei ci scrive, il bambino, subito dopo quell’episodio, aveva ripreso a mangiare serenamente.

Successivamente si ripresenta un nuovo episodio, molto simile a quello precedente: ecco che il bimbo si trova a rivivere le medesime emozioni o qualcosa di simile a quello che ha precedentemente vissuto. La paura viene rivissuta e non sappiamo bene se questa sia la responsabile delle sue difficoltà alimentari.

Sembrerebbe di si, dato che il rifiuto a mangiare si è manifestato successivamente all’episodio della carota. Il rifiuto dei cibi solidi farebbe pensare proprio alla paura che ha vissuto ed ad un forte timore che ciò possa riaccadere. Per prima cosa, proverei a parlare col piccolo, rispetto a quello che è accaduto.

Da quello che mi ha scritto, non so se lo avete già fatto, ma sarebbe molto utile provare ad esplorare insieme come ha vissuto quel momento e condividere insieme le paure e le emozioni che avete provato in questi istanti così brutti.

Alcune domande potrebbero essere: “Hai provato paura?” oppure “Come ti sentivi quando non riuscivi a sputare o ingoiare quel pezzettino?” E’ importantissimo che ne parliate e che esplicitate come genitori anche le vostre emozioni… del tipo: “Anche io mi sono spaventata tantissimo”, oppure “Cercavo di aiutarti in tutti i modi ed ero molto agitata” o ancora “Mi sono tranquillizzata solo quando sei riuscito a sputare via il pezzo”.

Si può chiedere al bambino come mai non vuole mangiare i cibi solidi e, soprattutto, se ha paura che quello che è già accaduto si ripeta nuovamente. Se la sua risposta è positiva a questa domanda, è utile “normalizzare”, ovvero dire al bambino che la sua paura è assolutamente legittima e che può capitare di avere paura, dopo ciò che è successo.

Infine è importante sottolineare che è accaduto anche ad altri bambini (perché non si senta l’unico a cui è accaduto).

Ci chiedeva se ripartire con l’alimentazione da cibi non solidi. Le consigliamo di non farlo e di aiutare il bimbo magari proponendo insieme a lui di tagliare i pezzi più piccoli proprio per aiutarlo dato che si trova in un momento di difficoltà. Potrebbe per esempio chiedergli quali cibi preferisce mangiare e con quali cibi si sente più tranquillo.

E’ importante che il bambino percepisca da voi che capite la sua paura e che siete lì insieme a lui per aiutarlo gradatamente a riconquistare un buon rapporto con i cibi solidi. Potrebbe inizialmente proporre la frittata, l’hamburger, le verdure cotte – ovvero cibi che sono più facili da masticare – per poi passare, quando lo vedete più sereno, a cibi più solidi.

Ci chiedeva anche se è il caso di contattare una psicologa; proverei prima a seguire i consigli sopra descritti e successivamente, se il problema dovesse persistere, chiederei un consulto.

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