Gentile Mariana,
nella sua lettera c’è una frase che ha particolarmente sollecitato la mia attenzione ed è quella in cui lei afferma che il bambino crescendo non è migliorato; la sottolineo perché molti genitori credono che questo possa accadere, in modo spontaneo e senza la necessità di interventi esterni; ma così accade davvero raramente. In genere i bambini “turbolenti”, quelli che vengono definiti “problematici” o che sono molto vivaci, hanno bisogno di sostegno e di aiuto per poter cambiare il loro comportamento.
Dobbiamo infatti ricordare che nulla accade per caso e che, spesso, quel comportamento fuori dalle righe sta a segnalare che c’è qualcosa che disturba il piccolo: attenzione però che non è detto che sia qualcosa che riguardi la scuola. I bambini a volte scelgono la scuola solo come palcoscenico per rappresentare il loro disagio.
La prima cosa da fare, a mio parere è parlarne con lui, chiedendogli cosa lo spinga a comportarsi così, chiedendogli se qualcuno lo infastidisce, se ha difficoltà a capire le lezioni eccetera eccetera. Lui deve sentirsi accolto e compreso e non sgridato, è importante che lui si senta in condizione di potersi confidare.
Inoltre credo che in una situazione simile la cosa principale sia quella di parlare con gli insegnanti del bambino per capire come davvero si comporta in classe, se va d’accordo con i compagni, se comprende bene le spiegazioni, eccetera eccetera. Solo con gli insegnanti è possibile avere un quadro chiaro della situazione. Insieme potete definire strategie da utilizzare per poi confrontarvi sui risultati.
Infine, se non fossero sufficienti questi primi importanti accorgimenti, si può rivolgere ad un professionista per avere un confronto più dettagliato.
Cordiali saluti