Buongiorno Emanuela, la questione che lei pone non è così facile da definire e le ipotesi che lei cita in chiusura della lettera (mio figlio ci sta chiedendo di contenere la sua emotività e nervosismo? Lo sgridiamo troppo e lui patisce reagendo con rabbia verso di noi? Lo abbiamo reso insicuro e quindi rabbioso verso di noi? É stata la vacanza troppo libera?) sono tutte plausibili e una risposta non esclude le altre.
Non vi conosco personalmente, quindi, anche io, posso solo fare delle ipotesi che la sua lettera ha sollecitato in me.
Le propongo alcune domande che, a mio parere, è importante che vi poniate come genitori:
come si comporta il bambino fuori casa?
come si comporta a scuola?
quando è nata la sorella come ha vissuto l’evento?
avete stabilito delle regole in casa, ad esempio orari dei pasti, per dormire, per fare i compiti?
usa video giochi e tecnologie?
pratica qualche sport?
Credo che le risposte a questo domande vi possano aiutare ad individuare alcuni cambiamenti da apportare nel vostro ménage quotidiano. Le regole in genere non piacciono, nemmeno ai grandi, ma sono indispensabili. Devono essere poche, molto chiare, valide per tutti e vanno fatte rispettare. E’ perfettamente inutile, oltre che disdicevole, alzare le mani sui figli, non è attraverso la violenza che si educano i bambini ma è necessario impartire un’educazione, anche con un minimo di severità.
Dalla sua lettera si evince chiaramente che tra lei e suo marito c’è un diverso stile educativo e su questo dovrete lavorare moltissimo perché è fondamentale che i genitori non si smentiscano l’uno con l’altro, se uno dei due dà una punizione, l’altro non deve assolutamente intromettersi di fronte al bambino.
E’ molto importante aiutare il bambino ad esprimere le sue emozioni, lo aiuti ad esprimersi anche attraverso il disegno, per lui sarà sicuramente più facile.
In tutto ciò faccia in modo che non venga penalizzata la sorella perché il ragazzino con questo suo “animo libero” tende ad offuscare un po’ chi che lo circonda attirando su di sé tutte le attenzioni.
Un caro saluto