3 Ottobre 2014 L'ESPERTO RISPONDE

Flavia Cavalero

La dottoressa Flavia Cavalero è psicologa e psicoterapeuta. Cura la parte “psi” del sito www.psicomamme.it, svolge l’attività nel suo studio in via Bruino, 3 a Torino e si occupa di psicoterapia individuale e di gruppo nell'ottica del raggiungimento e del mantenimento del benessere psicologico. Riceve su appuntamento, tel. 333/3628327

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Mio figlio è arrabbiato con il mondo

Gentile dott.ssa, mio figlio di quasi 8 anni.
La maestra mi ha detto che non sa controllare le proprie emozioni, si arrabbia facilmente, è permaloso, non accetta le sconfitte e lascia poco spazio agli altri bambini, ha delle reazioni incontrollabili con scatti di ira. Nel contempo è molto rispettoso con gli altri, non dice parolaccie, però si difende a parole se si sente attaccato. A casa, ha un carattere forte, non accetta i no, vuole avere l’ultima parola ed è tanto polemico. I voti sono eccellenti ed è un bambino molto intelligente, non sta zitto un attimo. Noi non siamo molto permissivi, ci sono regole da rispettare, non siamo molto pazienti, non sopportiamo certe risposte e alle volte non riusciamo a porre fine a certe situazioni.
Ci siamo rivolti ad una piscoterapeutica, ma non siamo soddisfatti.
Noi vogliamo trovare un po’ di serenità in famiglia e vedere ns. figlio più tranquillo e non sempre con questo suo atteggiamento agitato.
Abbiamo provat o anche con dei fiori australiani ma non funzionano.
Siamo disposti a tutto per aiutarlo. Ma quando gli chiediamo il perché, non abbiamo risposte e abbiamo la sensazione che non sa neanche lui dare una spiegazione ai suoi sentimenti.
Grazie Cordiali saluti

Gentile signora,
rispetto alla sua domanda credo che la cosa più importante che posso dire riguarda il percorso terapeutico che avete intrapreso di cui lei, però, dice molto poco. Come è nata la decisione? Da quanto tempo dura? Come si trova il bambino? Queste sono alcune domande importanti, l’ultima è quella fondamentale.
Il rapporto terapeutico non è solo tra il bambino e la collega, bensì coinvolge tutta la famiglia ed è molto importante che si crei una relazione di fiducia e di cooperazione. Per questo motivo ritengo sia importante che lei parli con la terapeuta, illustrando le sue perplessità e specificando le sue aspettative. Il bambino sicuramente sente questa sua diffidenza nei confronti della collega e questo può rendere più difficoltoso il percorso.
Da quanto lei racconta nella sua lettera, mi immagino un clima familiare piuttosto severo e forse il bambino con questi comportamenti si ribella un po’, ma questa è solo un’ipotesi che deriva da tutti i “non” che lei stessa ha usato nel descrivere il comportamento genitoriale.
Le consiglio davvero di rivolgersi alla collega con fiducia e di esprimere a lei tutti i dubbi che ha scritto nella lettera, sicuramente giungerete ad un chiarimento di cui, in primis, beneficerà suo figlio.
Cordiali saluti

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