31 Marzo 2018 L'ESPERTO RISPONDE

Flavia Cavalero

La dottoressa Flavia Cavalero è psicologa e psicoterapeuta. Cura la parte “psi” del sito www.psicomamme.it, svolge l’attività nel suo studio in via Bruino, 3 a Torino e si occupa di psicoterapia individuale e di gruppo nell'ottica del raggiungimento e del mantenimento del benessere psicologico. Riceve su appuntamento, tel. 333/3628327

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Mio figlio non smette mai di parlare

Buon giorno,
ho un bimbo di 7 anni che frequenta la prima elementare, nonostante sia un bimbo intelligente che apprende in fretta, svolge i compiti e i lavori che gli vengono assegnati in classe, non è un bimbo manesco o iperattivo, non fa altro che parlare durante le ore di lezione tanto che la maestra si dice disperata.
Più volte è stato messo in castigo da parte nostra togliendogli giochi e tv ma il problema non si risolve, spesso anche a casa non sta mai zitto, risponde e rende a dare la colpa dei suoi comportamenti agli altri che a detta sua lo distraggono.
Vorrei sapere se potrebbe essere affetto da un qualche disturbo dell’attenzione e come devo comportarmi perché oltre ai castighi non so più cosa fare.
Siamo una famiglia allargata, sono divorziata dal papà del mio bimbo e convivo con un altro uomo.
I rapporti con il papà sono ottimi non abbiamo mai litigato o discusso, spesso facciamo attività di famiglia tutti insieme.
Rossella

Gentile signora Rossella,
sebbene sia vero che il disturbo dell’attenzione si può presentare anche con la caratteristica di “parlare troppo” non è mai solo questo il sintomo che indica che quella sia la diagnosi corretta e solo un professionista, in seguito a colloqui vis à vis, è in grado di fare la diagnosi. Pertanto le consiglio di rivolgersi di persona ad un collega per un colloquio appropriato.
Riguardo i castighi ci sono diverse scuole di pensiero; quella che ritiene che con i castighi si possa risolvere la questione prevede però che essi siano adeguati al comportamento (mai sbilanciati), che vengano fatti rispettare senza eccezioni eccetera eccetera. Personalmente non appartengo a quella scuola, se non per “grandi guai” e in casi eccezionali. Credo che si possa parlare con un bimbo di sette anni, che si possa giocare (fare il gioco del silenzio ad esempio, per vedere quanto tempo è in grado di sostenerlo), che si possa disegnare insieme una scena in cui “c’è un bimbo che parla sempre e …”.
Spero che queste suggestioni le siano utili
Cordialità

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