20 Aprile 2018 L'ESPERTO RISPONDE

Lucia Barolo

La dott.ssa Lucia Barolo, Psicologa e Neuropsicologa, svolge valutazione e riabilitazione neuropsicologica per i disturbi cognitivi, sostegno per disagi del bambino e dell’adolescente; attività di parent training; attività di consulenza tecnica di parte legate a separazioni e divorzi, affidi e valutazioni delle capacità genitoriali; interventi di supporto e sostegno alla genitorialità; attività di sostegno psicologico alle coppie con bambini con difficoltà cognitiva e fisica. Riceve su appuntamento presso il suo Studio di Torino e presso lo Studio Emovere, viale Angeli 26/bis – Cuneo cell. 339-3163133 - [email protected]

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Mio figlio non vuole fare i compiti

Buonasera,
il mio bambino di 7 anni non vuole fare i compiti, appena deve scrivere si lamenta e alcune volte piange.
Abbiamo anche fatto i vari test per l’apprendimento. Al controllo risulta un profilo cognitivo non completamente omogeneo CV 136 – RP 117 – ML 112 – VE 65 e QI 115.
Risulta una R.I.I. per correttezza nella lettura (1,38 sill. Sec.) e una R. I.I. per il dettato (-3,73 ds) però c’è scritto evolutiva? visto che il test è stato effettuata a dicembre del 2017 e quindi ancora in seconda elementare non completata.
Non si più come aiutarlo.
Gli sono stati fatti anche dei test proiettiva dove si evince: note di ansia prestazionale, di insicurezza, inibizione ed immaturità affettiva con secondaria ricaduta sulla capacità di adattamento e nella performance.
Mi potreste dare un vostro parere?
Vi ringrazio in anticipo

Buongiorno,
la resistenza nel mettersi a fare i compiti e/o nel stancarsi ad eseguire è sovente sintomo di un disagio nel rapporto con questa attività. Occorre comprendere se è una difficoltà o un disturbo vero e proprio.

Come già accennava lei, il periodo di somministrazione dei test non è ancora quello ottimale per poter indicare se ci sono problematiche specifiche per suo figlio.
Secondo il protocollo ministeriale, sarebbe adeguato, ed è molto consigliato, prima di effettuare una valutazione / diagnosi sottoporre il minore ad un programma di sostegno e potenziamento per almeno 6 mesi, a fronte del quale si valuterà l’effettiva difficoltà specifica o altre problematiche che possono essere correlate con la scuola.

Rispetto alla valutazione effettuata il profilo cognitivo non omogeneo significa che il Quoziente Intellettivo, composto dai 4 indici, non è uniforme nei risultati [tecnicamente a livello statistico la differenza che presentano gli indici è troppo ampia (CV 136 – VE 65 = 71 quindi > di 23 punti, come indicato dal manuale)], non rispecchia effettivamente le capacità e difficoltà del bambino.

Per quanto riguarda i singoli indici, l’Indice di Comprensione Verbale (ICV), che misura dell’Intelligenza cristallizzata, offre una rappresentazione della capacità del minore di operare ragionamenti sulla base di informazioni precedentemente apprese. L’abilità si sviluppa soprattutto in funzione delle esperienze ed opportunità educative formali, informali e dipende in maniera elevata dall’esposizione alla cultura tradizionale.

L’ICV di 136 – Punto di forza – evidenzia che il minore dimostra di essere in grado di formulare e di utilizzare i concetti verbali; essa infatti implica la sua capacità di ascoltare una richiesta, di recuperare informazioni precedentemente apprese, di pensare e, infine, di esprimere verbalmente la risposta.

L’Indice di Ragionamento visuo-percettivo (IRP), una misura del ragionamento fluido e dell’elaborazione visiva, offre una rappresentazione della capacità di operare ragionamenti utilizzando stimoli di natura visiva.

L’IRP ha un punteggio di 117, mettendo in evidenza una capacità di ragionamento fluido e di elaborazione visiva sopra la media. Questo dato ci indica che ci sono ottime abilità nella capacità del bambino nell’esaminare un problema, nell’avvalersi delle proprie abilità visuo-motorie e visuo-spaziali, nel pianificare, di cercare delle soluzioni e, quindi, di valutarle.

L’Indice di Memoria di lavoro (IML), una misura della Memoria a breve termine, offre una rappresentazione della capacità di recepire e mantenere informazioni nella coscienza immediata e di utilizzarle entro pochi secondi.

L’IML del minore è pari a 112, indicando un livello di prestazione nella media. Questo Indice ci suggerisce che vi è una buona capacità a memorizzare nuove informazioni, di conservarle nella memoria a breve termine, oltre che di mantenere l’attenzione focalizzata.

L’Indice di Velocità di Elaborazione (IVE), una misura della Velocità di Elaborazione, offre una rappresentazione della capacità del minore di eseguire in modo fluido e automatico compiti di natura cognitiva soprattutto nel caso in cui si trovi a dover mantenere focalizzata la propria attenzione e concentrazione.

L’IVE del bambino è pari a 65, evidenziando una importante difficoltà in quest’area. Il minore non è in grado di focalizzare l’attenzione e di scansionare rapidamente gli stimoli in compiti brevi e con l’impego di simboli.
Sarebbe importante conoscere anche il valore dell’Indice di Abilità generale (IAG) e dell’Indice di Competenza Cognitiva, per poter effettuare un approfondimento dell’analisi.

Per quanto concerne invece i test specifici di apprendimento che lei ha riportato, essi illustrano una difficoltà nell’accuratezza della lettura (non specifica però qual è la prova a cui si riferisce); inoltre emerge una problematica per quanto riguarda la scrittura, ma anche in questo caso non è specificato se il punteggio è riferito alla velocità con cui il bambino ha eseguito il compito o al numero/tipologia di errori che ha commesso.

Il punteggio che ha riportato R.I.I. (Richiesta di Intervento Immediato) evidenzia che vi è una difficoltà in questo ambito da parte del minore. Questo è direttamente collegato al disagio che il bambino riporta nel non voler scrivere; potrebbe anche esserci un problema di errata postura, situazione che affatica fisicamente il bambino e non gli permettere di svolgere il compito in modo fluido. Per questa difficoltà potrebbe chiedere ad un Terapista della neuro e psicomotricità dell’età evolutiva, che si occupa nello specifico alle problematiche legate al modo corretto di impugnare la penna/matita e della posizione del braccio/spalla rispetto al piano di lavoro.

Se non lo avete ancora intrapreso, le consiglierei, come indicato sopra, un periodo di lavoro per il potenziamento delle difficoltà attuali e sostegno delle abilità del minore, al fine di supportarlo in modo adeguato al raggiungimento degli obiettivi scolastici.

L’aspetto emotivo che è emerso si situa in parallelo in una condizione di disagio del bambino rispetto alla scuola e alla consapevolezza delle proprie capacità e potenzialità che se non adeguatamente sostenuto potrebbe inficiare a lungo termine la sua autostima.

Nei prossimi mesi le raccomando quindi di far seguire suo figlio da un esperto che si occupa proprio di questo ambito specifico, al fine di permettere al bambino di prendere consapevolezza delle sue abilità e di sfruttare a compensazione delle difficoltà e limiti che ora sta sperimentando, al fine di ricevere un feedback interno ed esterno sufficiente a proseguire i prossimi anni scolastici in modo sereno.

Questo percorso può essere effettuato con un Neuropsicologo dell’età evolutiva che si occupa proprio di lavorare sulle capacità cognitive in modo puntuale.

Se dopo tale periodi di potenziamento, dovessero continuare a persistere le difficoltà scolastiche, sarà poi opportuno ripetere la valutazione al fine eventualmente di identificare le problematiche specifiche di apprendimento e mettere in atto tutti le misure compensative e strumenti dispensativi di cui avrà necessità il bambino.

Spero di esserle stata d’aiuto, saluti

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