20 Giugno 2017 L'ESPERTO RISPONDE

LABirINTO

Le dottoresse Nota e Garritano psicologhe, e Daniela Meschieri, psicologa e psicoterapeuta, propongono percorsi di gruppo, consulenze, valutazione cognitiva, per promuovere il benessere emotivo-cognitivo dei bimbi e dei loro genitori. Per contattarle [email protected] o 340/87.15.241

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Non gioca con gli altri bambini da quando va all’asilo

Buongiorno, mia figlia ha 3 anni e mezzo, primo anno di materna quasi ultimato, figlia unica per il momento, parla bene e compone frasi pertinenti e sensate, soffre di reflusso e ha perso diversi giorni di scuola per via di influenze. Purtroppo da che ha cominciato la scuola tutte le mattine a casa piange, la vive male, a scuola va più o meno bene, ma difficilmente si aggrega ad altri bimbi nel gioco, l’ho sempre portata al parco ed ha sempre giocato ma con l’inizio della scuola è retrocessa in questa cosa.

Gentile mamma,
la ringraziamo per averci contattato e immaginiamo che rispondere a Lei possa essere utile anche a molte altre mamme. Succede, infatti, spesso, che i bimbi possano vivere male l’inizio della scuola e che questa difficoltà non si fermi ai primi giorni ma perduri anche nei mesi successivi.
Lei ci parla di una piccola con buone capacità di dialogo ma che di fronte alla difficoltà che sente, la parola lascia il campo alle lacrime. Deve essere proprio una cosa difficile da raccontare ma è normale, a soli tre anni e mezzo. Forse tocca a noi cercare di mettere in parole questa sofferenza. Proviamo insieme a fare delle ipotesi. Innanzitutto, lei parla di una retrocessione ma vogliamo sottolineare una cosa che vale per tutte le mamme che spesso ce lo chiedono e si preoccupano. Per fortuna, ogni bambino è diverso dall’altro, ha i suoi tempi unici e il suo percorso di crescita assolutamente personale. I punti di riferimento o i paragoni sono utili sicuramente, raccontano quanto siamo attenti come genitori a quello che succede e anche i tentativi che facciamo per orientarci quando ci smarriamo ma la sua bambina non si è persa, è una Pollicina particolarmente concentrata su una cosa che a noi può sembrare una mollichina ma che per lei ha un valore enorme.
Lei la portava al parco a socializzare con gli altri bambini e lì non c’era alcun problema. A scuola sì. Beh, c’è una differenza sostanziale tra giocare al parco mentre mamma ti guarda e stare in un contesto con delle regole specifiche e delle maestre che mamma non sono e si devono peraltro dividere con altri bambini.
L’influenza fa spesso perdere giorni di scuola ma fa guadagnare momenti di coccole con mamma: chi non ricorda il calore di quelle attenzioni, in fondo, al di là del malessere fisico? E stare dei giorni a casa rende poi difficile il rientro: è un boccone davvero amaro da digerire! I bimbi spesso non sanno dire ‘no’, oppure ‘questa cosa non mi piace’, ‘soffro’ o ‘sono arrabbiato’, soprattutto non sanno dire ‘sto male ma non vorrei proprio deluderti, sai’, non sanno mettere insieme i sentimenti negativi con quelli positivi, e cercano di dare sempre il massimo, lasciano allora parlare il loro corpo, l’intestino, lo stomaco, la gola, la pelle, come d’altronde fanno anche molti adulti, dando così voce ai loro aspetti più arcaici e delicati.
Abbiamo provato a fare delle ipotesi insieme. Ci piacerebbe sapere che ne pensa, intanto le consigliamo di provare a rifletterci su e a parlarne con la sua piccola, magari attraverso dei giochi o raccontandole delle storie, con i libri o con le sue esperienze con la propria mamma e la propria scuola, inoltre potrebbe essere utile confrontarsi con le insegnanti e prendersi del tempo per notare ancora i segnali e le differenze che sottolineano le varie  situazioni che vive la sua bambina.

In bocca al lupo.

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