Buongiorno Federica, come spesso accade attraverso una lettera è difficile riuscire ad ottenere tutte le informazioni necessarie per ipotizzare un quadro che rappresenti bene la situazione. In questo caso specifico chiederei se il bambino manifesta questi comportamenti già dalla prima classe, se ha frequentato l’asilo, se oltre alla scuola frequenta altri bambini, se è figlio unico, se sono accaduti eventi che possano in qualche modo averlo turbato. Purtroppo i limiti della corrispondenza non permettono di fare un discorso mirato e si può dare una risposta “in generale” sperando che possa comunque esserle di aiuto.
Se la questione, come ipotizzato dalla maestra, è quella di una difficoltà relazionale, il primo luogo in cui è necessario intervenire è la famiglia. La scuola viene infatti spesso utilizzata dai bambini come teatro in cui rappresentare i propri disagi che, a 7 anni, è molto probabile che abbiano un’origine familiare. Questo non vuol, per forza, dire che a casa ci siano gravi problemi, ma può voler dire che la relazione che il bambino ha instaurato con la famiglia non sia più adeguata alle sue necessità. Dal comportamento che manifesta appare evidente la difficoltà di accettare i no, i divieti, le regole. Lei specifica che le vostre punizioni sono “niente di traumatico” ma quando si va a punire un bambino solitamente lo si fa proprio togliendo ciò che per lui è importante. Forse è giunto il momento di lavorare più sul rinforzo che sulla punizione. Lei parla anche di giochi sul telefonino: di chi è? Il bambino possiede già un cellulare? Approfitto di questa occasione per dire che (e magari non è proprio questo il caso) a 7 anni non è necessario che un bambino possieda un cellulare, nè che utilizzi quello dei genitori per giocare tutti i giorni. Piuttosto che punire il bambino togliendo il cellulare, lo si può premiare permettendogli una tantum di giocarci.
Quello che voglio dire è che un’educazione impartita sul togliere, quando i bambini stanno crescendo, è spesso meno incisiva di un’educazione impartita sull’aggiungere, in base alle capacità che il bambino man mano acquisisce. Nel primo caso non si aiuta a crescere e a conquistare, cosa che avviene nel secondo caso.
Un colloquio con un collega potrebbe sicuramente esserle di aiuto per impostare una modalità di comportamento familiare che sostenga suo figlio.
Cordialità