21 Febbraio 2014 L'ESPERTO RISPONDE

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Non vuole andare a scuola

Buongiorno, mia figlia Anna ha sette anni e frequenta la seconda elementare, tutto è iniziato l’ultimo anno di scuola materna quando è nata la sorellina, Anna ha iniziato a piangere disperatamente al mattino quando la portavo all’asilo e il momento del distacco era traumatico, anche se le insegnanti mi rassicuravano che dopo la mia uscita la bambina si calmava subito e per tutta la giornata era tranquilla.

Quando andavo a prenderla al pomeriggio la bambina era molto serena. A settembre dello stesso anno ha iniziato la prima elementare, si è ripetuta la stessa scena degli ultimi mesi di scuola materna: distacco traumatico al mattino. Avevo associato quel comportamento al fatto che io fossi a casa con la piccola, ho finto di anticipare il rientro al lavoro e facevo accompagnare Anna da mio padre, in questo modo ho risolto il problema. A febbraio mio padre (i miei genitori si occupano delle miei figlie mentre lavoro) viene ricoverato in ospedale per due settimane, al suo ritorno Anna riprende i suoi pianti esagerati al mattino perchè non vuole andare a scuola, stessi pianti durante le ore di lezione con motivazione: mi manca la mia mamma (nonostante tutto quando Anna è a casa non rimane appicicata a me ma preferisce andare dai nonni e stare con loro). Risolvo questa crisi facendo accompagnare Anna da mia madre.

A settembre ha iniziato la seconda elementare e da qualche settimana si è ripresentata la stessa crisi, Anna piange perchè non vuole andare a scuola, devo trascinarla con la forza, a volte piange in classe perchè “dice” che le manca la mamma. Ogni sera e mattina mi ripete che lei vuole rimanere a casa e non vuole andare a scuola e soprattutto che lei non vuole fare i pomeriggi (in effetti i due giorni che non ha il rientro pomeridiano la bambina non si lamenta). Non so più come comportarmi Anna a scuola è bravissima, non ha nessuna difficoltà di apprendimento anzi anche le insegnanti mi confermamo che il rendimento è ottimo e anche in classe interagisce con i compagni e con le insegnanti ed è molto educata.

E’ una bambina molto emotiva e fragile dal mio punto di vista.

Ho cercato di coinvolgere anche le sue amiche e di instaurare un rapporto extra scolastico con le bambine e con i genitori delle bambine. L’ho iscritta ad equitazione per farle vincere la timidezza, va ad un corso di HIP HOP dove si ritrova con le sue amiche.

Ho provato a seguirla con dolcezza, ho provato a rassicurarla, ho provato a dirle che non è l’unica a vivere questa situazione che anche i suoi compagni la maggior parte al mattino non ha voglia di andare a scuola ma che comunque a scuola tutti vanno, ho provato in estremo, probabilemente anche sbagliando, a darle dei castighi ma il suo atteggiamento non varia.

Come mi posso comportare con mia figlia?

Vi ringrazio anticipatamente per la cortese risposta.

Buona giornata!

Daniela

Cara Daniela,

se la bambina manifesta queste crisi di pianto solo da quando è nata la sorellina, siamo di fronte ad un comportamento di tipo regressivo. Anna esprime il desiderio di non andar a scuola e di rimanere a casa con la mamma proprio come i bambini piccoli di età inferiore all’anno. La bambina mette in atto questa regressione, rispetto alle acquisizioni che ha fatto durante la sua crescita, per ristabilire l’antico equilibrio e riprendere il posto della nuova arrivata, perché era stato il suo, e tornare a essere una parte della mamma. Quando arriva il fratellino/sorellina, una fase di regressione è normale finché si tratta di episodi, ma se questi durano nel tempo e diventano la quotidianità, significa che la bambina esprime un vero e proprio disagio. Dobbiamo considerare che la nascita del secondogenito non è mai la causa diretta del disagio, ma è l’occasione affinché un disagio preesistente venga alla luce. E questo disagio Anna lo esprime attraverso il rifiuto di andare a scuola e sappiamo anche che la causa del problema non risiede nell’ambiente scolastico (interagisce con i compagni e le maestre, il rendimento è ottimo), ma nell’ansia che deriva dall’allontanarsi dalla figura genitoriale. Il distacco dai genitori avviene con tranquillità se la bambina ha la capacità di mantenere salde dentro di sé le figure interne genitoriali. Le consiglio di intensificare i momenti di intimità in cui riconoscere e apprezzare le conquiste che fa sua figlia, scolastiche e non.

Al mattino, per agevolare la separazione, può ricorrere a qualche oggetto transizionale che la bambina può tenere in tasca durante le ore di scuola ( un pupazzetto, un foglietto su cui imprimere un bacio …). In riferimento al comportamento regressivo, le consiglio di mostrare alla bambina delle fotografie di quando era neonata e delle tappe successive della sua crescita e commentarle insieme, indicando nelle immagini le sue conquiste e sottolineando l’importanza che hanno per mamma e papà, per darle l’attenzione che si aspetta per via degli sforzi che ha compiuto per arrivare a come è oggi, cioè farla sentire amata per come è ora.

Saluti dalla psicologa

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