Cara mamma,
la lettura che la psicosomatica fa della stitichezza è che la stipsi sia l’indicatore di un atteggiamento conflittuale con il mondo circostante.
Ciascuno di noi ha bisogno di creare una relazione con il mondo esterno: senza alimento/cibo e stimoli che nutrono non riusciremmo né a crescere né a sopravvivere.
Questa attività comporta uno scambio, un bilancio di dare e avere: ciò che “entra” apporta elementi utili che vengono assimilati dall’organismo ed elementi superflui, di scarto, che devono poter essere eliminati. È un processo definito di “contaminazione” in quanto comporta, di fatto, la disponibilità ad assorbire ma anche a perdere.
Per il bambino piccolo gli escrementi sono un possesso di valore, una sorgente di piacere ed un bene di scambio: la funzione si svolge tra il possesso e la donazione di qualcosa che gli appartiene.
Simbolicamente trattenere le feci può significare:
– esercitarsi nella padronanza di sé e delle proprie emozioni;
– non cedere nulla di sé coltivando l’illusione di autosufficienza (il mondo esterno non è degno di ricevere le mie meraviglie, i miei “doni”);
– avere una bassa autostima di sé stessi (si considera il contenuto… elaborati fisici, idee, approcci… di poco valore);
– manifestare disarmonia con il mondo circostante (conflitto, incomprensione, risentimento).
Il ricorso alla peretta a volte può rivelarsi l’unico modo per aiutarli a liberare l’intestino e di certo non è un’azione che compiamo con piacere, ma non possiamo dimenticare che l’intestino è il “cervello” del corpo e va mantenuto pulito per poter funzionare al meglio: è quella la sede in cui risiedono e si moltiplicano i batteri e i virus.
Spero di aver fornito alcune informazioni utili ad una tua riflessione e ad una osservazione della creatura al fine di capire quale possa essere la motivazione della sua stitichezza.
Le scelte alimentari (preferire frutta e verdura fresca, varietà di cereali, limitare consumo di proteine animali, etc) e gli ausili terapeutici (sciroppi, manna, bagni derivativi, perette, etc) possono essere complementari ad un cambiamento positivo delle emozioni e delle relazioni… in questo risiede la vera fatica…
Arianna
Non credo che si possano infondere in qualcuno idee che non sono già dentro di lui.
Normalmente in ognuno di noi vi è già qualche buona idea, pronta a fungere da esca.
Ma molte di queste esche prendono fuoco soltanto quando incontrano una fiamma o scintilla che viene dall’esterno,
cioè da qualche altra persona…
Perciò ognuno di noi ha ragione di pensare con profonda gratitudine a coloro che accesero la fiamma dentro di noi.
Se avessimo di fronte coloro che sono stati una simile benedizione per molti e potessimo dir loro come ciò avvenne, sarebbero meravigliati di apprendere quanto della loro vita sia passata entro la nostra.
Albert Schweitzer – Rispetto per la vita-