16 Maggio 2017 L'ESPERTO RISPONDE

Avv. Maria Ferrara

Titolare dello Studio professionale MF Legal Office che offre assistenza e consulenza legale sia in ambito giudiziario che conciliativo, con particolare riferimento al diritto di famiglia. Appassionata del proprio lavoro e “preda” di un guizzo creativo che la porta alla ricerca continua di nuove esperienze. Riceve su appuntamento nel suo studio di Via Baltimora, 90 a Torino tel. 011/197.193.38

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Posso rimanere sola con il figlio minore del mio compagno?

Buongiorno, convivo con un uomo separato che ha un figlio di 8 anni.
La mamma del bambino ha detto all’ex marito che non può lasciare il figlio solo con me, nonostante tra me ed il bambino si sia instaurato un ottimo rapporto.
La legge cosa prevede al riguardo?
se ad esempio nel week end in cui il mio compagno tiene il figlio, dovesse avere un impegno di lavoro, il minore può restare con me?
Nel ringraziare anticipatamente, saluto cordialmente

Gentile sig.ra,

non vi sono norme specifiche sull’argomento ma posso riferirLe che i giudici cui vengono sottoposte questioni di questo tipo sono soliti valutare ogni singola situazione familiare e, in base ai tantissimi fattori che la caratterizzano, vanno a modulare la presenza del “nuovo/a” compagno/a nella vita del minore, ciò avendo come punto fermo l’esclusivo interesse del bambino.

Tra i tanti elementi che vengono valutati, un fattore molto importante è certamente il tempo, ossia da quanto tempo i genitori sono separati e da quanto tempo invece duri la nuova convivenza, inoltre diverso è il caso di genitori separati da quello in cui sia già intervenuto il divorzio.

Se posso dirLe che, in generale, la tendenza è quella di favorire la frequentazione (purché non pregiudizievole) tra i bambini e i nuovi compagni dei genitori in modo che la vita del minore sia il più possibile fluida e senza particolari appesantimenti e, soprattutto, per evitare di frapporre ostacoli che poi inevitabilmente possono incidere sul rapporto con il genitore che ha trovato il nuovo compagno o la nuova compagna, si deve anche considerare che, in casi come quello che Lei ha prospettato, se la mamma si rendesse disponibile a stare con il figlio nelle giornate in cui il papà non può (sebbene fossero in linea di massima i giorni che “spetterebbero” al padre), probabilmente tale richiesta verrebbe seriamente presa in considerazione.

Il senso è: compatibilmente con una logistica negli spostamenti che non arrechi troppo disturbo al bambino, perché lasciare il minore con altri (sebbene persone fidate, parenti, amici o tate) quando può stare con i propri genitori? Ma, ripeto, ogni situazione va valutata singolarmente.

Spero di averLe dato qualche chiarimento o spunto di riflessione.

Un caro saluto.

Avvocato Maria Elena Ferrara

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