9 Dicembre 2013 L'ESPERTO RISPONDE

Flavia Cavalero

La dottoressa Flavia Cavalero è psicologa e psicoterapeuta. Cura la parte “psi” del sito www.psicomamme.it, svolge l’attività nel suo studio in via Bruino, 3 a Torino e si occupa di psicoterapia individuale e di gruppo nell'ottica del raggiungimento e del mantenimento del benessere psicologico. Riceve su appuntamento, tel. 333/3628327

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Problemi a scuola con la maestra

Salve sono una mamma preoccupata di una bambina di 10 anni. La mia storia è un pò lunga.
Parte tutto tre anni fa quando  ci siamo trasferiti in Sud Africa per motivi di lavoro. Così a novembre di tre anni fa ritirai  mia figlia da scuola, aveva appena iniziato la seconda elementare, per inserirla in una scuola in Sud Africa.
Sapeva parlare in inglese e in italiano, però non sapeva leggerlo e scriverlo: aveva appena imparato a leggere l’italiano e scriverlo ai livelli di una bambina che ha finito la prima elementare.
In Sud Africa l’iserimento è andato benissimo,  in due mesi sapeva leggere l’inglese molto bene e scriverlo ai livelli di una seconda con qualche lacuna in più di un bambino del posto. La bimba finì la seconda anche con dei bei voti e iniziò la terza. Purtroppo i tempi della scuola sono diversi perché lì la scuola inizia a gennaio e finisce a dicembre.

A giugno sono dovuta tornare in Italia per problemi di salute di  mio padre: ho ritirato mia figlia da scuola, che però non aveva finito l’anno scolastico, mancavano quattro mesi.
A settembre dell’ anno scorso mia figlia riniziò nuovamente la terza, su consiglio della preside.
La bambina era molto dispiaciuta e si ritrovò con bimbi più piccoli e una maestra abbastanza cattiva.
Questa maestra da subito ha  trattato mia figlia con urli e rimproveri per ogni piccola cosa. Tutto quello che faceva mia figlia per la maestra non adava mai bene.
Quel periodo per mia figlia era un periodo veramente delicato: gli mancava il papà che era rimasto per in Sud Africa per lavoro, vedeva la malattia del nonno e  in gererale non viveva un clima sereno.
Così cominciarono i mal di pancia, di testa e tanti pianti prima di andare a scuola, tutte le mattine. Tutti i giorni mi diceva: “Ti prego mamma non mi portare a scuola,voglio cambiare scuola la maestra è  cattiva.”
Al  primo colloquio con la maestra le parlai e le cose migliorarono un poco.
Quest’anno è iniziato anche peggio. Mia figlia non vuole andare più in quella scuola, ma cosa devo fare? Sono ora così arrabbiata con la maestra! Ho pensato di riparlare con la maestra, però ho voglia non di parlare ma di litigare.
Che danno psicologico  può dare alla bambina essere trattata così dalla maestra?
Secondo lei cosa devo fare? una volta che vado dalla preside poi sono costretta a togliela!
Un bambino deve sentirsi tranquillo a scuola, non che deve andare con la paura e la tristezza.
Mi da un consigliò cosa devo fare per il bene di mia Figlia?
Mi scusi per questa lettera lunga e la ringrazio del suo tempo e del suo consiglio.

Milena

Buongiorno signora Milena,  la situazione che lei racconta mi fa immaginare che sua figlia possa sentirsi  un po’ “spaesata”  rispetto a quanto ha vissuto nell’ultimo periodo e questa percezione non è così familiare e chiara per una bambina di dieci anni.  Cambiare scuola, cosa che ha già vissuto per tre volte (Italia, Sud Africa, ritorno in Italia), può essere un’esperienza stressante e sul piano dell’apprendimento può portare almeno a due risultati: ottenere un’ottima istruzione nei due casi/avere difficoltà almeno in uno dei due fronti.

Rispetto al comportamento dell’insegnante non mi sento di fare alcuna considerazione perché non conosco la situazione se non dal suo racconto, però posso dire che in un caso come questo potrebbe essere utile:

–       un confronto con gli altri genitori per capire se anche a loro risulta il comportamento scorretto della maestra

–      un secondo incontro con l’insegnante per ribadire che la bambina sta vivendo una situazione particolare

–      un incontro con il dirigente scolastico per illustrare la situazione.

Inoltre, poiché la bambina potrebbe davvero avere qualche difficoltà con la lingua italiana (almeno per quanto riguarda la scrittura) potrebbe farle fare i compiti con una persona che le faccia da sostegno scolastico (sconsiglio che li faccia con lei perché il rapporto madre – figlia può impedire la necessaria attenzione da parte della bambina e una quasi automatica sostituzione da parte sua nel fare i compiti).

In ultimo le suggerisco di non rendere sua figlia partecipe delle lamentele rispetto alla condotta e all’operato della maestra perché questo non può che influire negativamente sulla loro relazione già delicata. Se la bambina percepisce la sua diffidenza nei confronti dell’insegnante come può fidarsi a sua volta di lei e non considerare i suoi rimproveri come costruttivi e non come costrittivi?

Mi rendo conto che stiate vivendo una situazione difficile e complicata, ma prendendola da un altro punto di vista è sicuramente migliorabile; a volte accade che, nonostante la nostra buona volontà, il dispiacere dato da una o più situazione concomitanti si dirige e si concentra verso un solo obiettivo per essere scaricato. In questo modo si crea un problema in più. Sono certa che lei sarà in grado di affrontare questa situazione in modo adeguato per fare, come lei stessa dice “il bene di mia Figlia”.

Cordiali saluti

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