Buongiorno Giorgia,
non mi occupo di bambini di età inferiore a quella scolare, non ne ho esperienza, né competenza, ma rispondo volentieri alla sua lettera perchè, tra le righe, mi sembra di capire che ci possa essere una grossa parte che riflette le sue personali preoccupazioni più che un problema nel comportamento di suo figlio.
Molte volte il distacco dal bimbo piccolo ci crea più di qualche problema, dobbiamo giostrarci tra la necessità di separarci e il desiderio di non farlo e questo può contribuire a creare quella sensazione di “un qualcosa che non va” che non sappiamo nemmeno ben definire. Spesso quel qualcosa che non va è l’impossibilità di fare quello che vorremmo, l’impossibilità di assecondare il nostro desiderio e il nostro bisogno di aspettare ancora un po’ di tempo prima di lasciare il nostro bimbo.
Sinceramente credo che la relazione che si crea tra la mamma e il bambino sia talmente speciale che lei non abbia motivo di dubitare del suo attaccamento, semmai potrebbe essere che lei soffra un po’ di … gelosia … sì, sembra strano sentirselo dire e spero che, nonostante comunichiamo in modo virtuale, questo non le arrivi come un giudizio di valore ma come una ipotesi possibile e che porta con sé anche un’estrema tenerezza.
Tutto ciò può determinare uno stato di ansia che il bambino è in grado di percepire, quindi l’unico consiglio che mi sento di darle è di parlarne sia con i nonni, sia con il padre del bambino in modo che la possano aiutare, magari sollevandola in qualche faccenda più che accudendo il bambino, cosa di cui si può occupare lei quando non lavora. Inoltre parlare aiuta molto a diminuire gli stati di ansia così come il confrontarsi con le persone care aiuta a ridimensionare il problema.
Nel ringraziarla per aver scelto di avere un mio parere, spero di esserle stata utile.
Cordialità