22 Dicembre 2009 L'ESPERTO RISPONDE

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Risvegli notturni

Gentilissimi,
ho bisogno di un parere riguardo mio figlio di due anni e mezzo.
Damiano ha iniziato con i risvegli notturni intorno ai 5 mesi.
Inizialmente abbiamo pensato fossero i dentini, che sono apparsi proprio in quel periodo, poi, dato che la situazione non è migliorata pensavo fosse l’inizio dell’asilo nido (otto mesi).
Ho continuato a sperare che le cose migliorassero senza risultato.
Compiuto un anno dato che i risvegli continuavano, sotto indicazioni della pediatra abbiamo cominciato con il ‘Nopron’ per un mese 1 ml poi a scalare.
Le cose sembravano andare meglio, ma come ho sospeso il nopron (dopo 5 mesi) siamo tornati di nuovo come prima, dai 3 ai 6 risvegli per notte.
La situazione ad oggi è che si risveglia 2/3 volte chiamandomi ripetutamente.
Io cerco di tranquillizzarlo rimettendolo nel lettino (ha sempre dormito in cameretta con il fratello maggiore), ma dopo poco comincia la nenia ‘mamma vieni’.
Ho provato a farlo lamentare anche per 40 minuti – 1 ora senza risultato.
Una soluzione è metterlo nel lettone e… buona notte!
Ora non so se ricominciare con il nopron … o altra soluzione.
La ringrazio anticipatamente per l’interessamento.
Monica

Cara Monica,
prima di darle delle indicazioni voglio spiegarle alcune cose sul sonno in generale e sul sonno del bambino in particolare, perché se non avete ben chiaro questo qualunque altra considerazione potrebbe apparirvi assurda.

Il sonno può essere diviso in due stati principali:
Sonno attivo, sonno REM (Rapid Eye Movement ) o sonno leggero. In questa fase il respiro è irregolare, gli occhi potrebbero essere parzialmente aperti, le pupille potrebbero muoversi, il volto potrebbe presentare smorfie o sorrisi, il corpo si muove cercando la posizione giusta.
Sonno passivo, sonno non-REM o sonno profondo.
Il sonno avanza dallo stato di sonno REM attraverso quattro stadi sempre più profondi di sonno non-REM. Il terzo e quarto stadio del sonno non-REM rappresentano i momenti in cui si dorme più profondamente. Il periodo iniziale di sonno non-REM ha una durata che va dai 90 ai 110 minuti, poi si ripercorrono a ritroso gli stadi di sonno non-REM entrando nella prima fase del sonno REM che dura circa 10 minuti.
A questo punto si ritorna attraverso degli stadi di sonno sempre più profondi in un’altra fase non-REM.
Questi cicli si ripetono tutta la notte, variando di durata da 70 a 110 minuti (una media di 90 minuti).
Nella prima parte della notte prevale il sonno non-REM, in seguito le fasi di REM hanno una durata sempre più lunga, fino a 60 minuti. Verso le ore del risveglio la durata del sonno non-REM e quella del sonno REM è quasi la stessa. In un sonno normale di otto ore gli adulti passano circa sei ore a dormire in non-REM e due ore in REM.

Un ciclo di sonno rappresenta il tempo impiegato a passare attraverso i due stati del sonno, quello REM e quello non-REM.

Un tempo si pensava che il sonno REM riempisse i vuoti fra un periodo e l’altro di sonno reale. Oggi si sa che non è così e che il sonno REM potrebbe essere necessario per lo sviluppo del cervello.
Alcuni studiosi ritengono che il sonno REM rappresenti un’autostimolazione del cervello in via di sviluppo, perchè offre una varietà di immagini visive che favoriscono la crescita mentale. La reazione a questi stimoli contribuisce all’evoluzione dei centri del cervello superiore.
Un’altra ragione importante che giustifica la prevalenza del sonno REM è quella della sopravvivenza. Il sonno più leggero permette infatti al bambino di comunicare i suoi bisogni fondamentali, legati alla sopravvivenza: la fame, la sete, la difficoltà nella respirazione, ecc.
Osservando i modi di dormire nelle varie fasi di età possiamo infatti notare che più giovane è l’essere umano maggiore è la percentuale di sonno REM:

• feto- quasi 100 % di sonno REM,
• neonato a termine – 50 % di sonno REM,
• bambino di due anni – 25 % di sonno REM,
• adolescenti e adulti – 20 %,
• anziani – 15 %.

Il periodo della vita in cui gli uomini dormono più a lungo e il cervello si sviluppa rapidamente coincide con quello in cui necessitano di più sonno REM.
Via via che il bambino riceve più stimoli sensoriali dall’ambiente esterno, diminuisce di la necessità di stimoli dall’interno.
Quindi:
i bambini hanno bisogno di più sonno REM rispetto agli adulti;
gli adulti hanno circa il doppio del sonno non-REM rispetto ai bambini piccoli;
la percentuale di sonno REM raggiunge i livelli di quella degli adulti intorno ai due – tre anni di età;
i bambini impiegano più tempo rispetto all’adulto a passare dal sonno REM a quello non-REM.

I bambini hanno dei cicli di sonno più brevi rispetto a quelli degli adulti. Se gli adulti hanno cicli di sonno di 90 minuti con il sonno REM che si ripete in media 4 volte, nei neonati il ciclo di sonno è più breve e il sonno REM si ripete ogni 50-60 minuti. Poiché è più facile svegliarsi quando si passa dallo stato di sonno non-REM allo stato di sonno REM, ci sono dei periodi in cui il sonno è più vulnerabile e in cui il bambino può svegliarsi più facilmente.

I bambini si addormentano in modo diverso dagli adulti.
Quando gli adulti si addormentano entrano velocemente nel sonno non – REM, mentre i neonati attraversano prima una fase di sonno REM che dura circa 20 minuti, poi passano ad una fase di sonno di transizione, seguito dal sonno passivo o non-REM.
L’età in cui i bambini passano direttamente dalla veglia al sonno passivo è soggettiva.
Questo ci aiuta a capire il motivo per cui è importante che i bambini siano accompagnati nel sonno e rasserenati durante i risvegli.

Detto tutto ciò, passerei al vostro caso particolare, anche che se comprendendo come dorme diversamente da noi il bambino avrà potuto trarre da se le giuste conclusioni.
Quello che è accaduto a Damiano verso il quinto mese di vita, è assolutamente normale.
Verso questo periodo infatti molti bambini cambiano il ritmo del sonno e spesso intensificano i risvegli.
E’ difficile attribuire a questo cambiamento una specifica causa, talvolta è la dentizione, talvolta la paura, un brutto sogno, la tensione per i cambiamenti, l’asilo nido, il gattonamento, i primi passi,talvolta nessuna di queste cose.
Di solito comunque i bambini hanno un primo sonno più lungo e profondo (quello in cui i genitori di soli si affannano per il riordino della casa!), che talvolta può durare anche due ore e poi nella restante parte della notte arrivano a svegliarsi anche ogni ora.
Durante questi risvegli di solito il bambino tende a ricercare ciò che ha lasciato nella fase di addormentamento, perché è ciò che maggiormente gli dà sicurezza.
Se il suo bisogno viene velocemente soddisfatto è ben probabile che il bambino non si svegli del tutto e che ritorni velocemente a dormire profondamente.
Appurato quindi che Damiano dorme come a maggior parte dei bambini e che questo suo modo di dormire potrà perdurare anche fino ai tre anni, se non di più, allora occorre forse cambiare l’obiettivo dei vostri interventi.
Invece di cercare di modificare il suo ritmo del sonno, cosa che forse neanche il nopron a quanto pare può fare, allora potrete intervenire su di voi e sull’ambiente.
Mi spiego meglio: quando il suo sonno si alleggerisce, se si trova in un luogo che lo fa sentire al sicuro, se vi sente vicino, se i suoi bisogni vengono soddisfatti velocemente prima che lui si risvegli del tutto, allora si riaddormenterà velocemente, talvolta anche senza che voi ve ne rendiate conto e riposerete tutti meglio.
Una soluzione, se a voi piace, potrebbe essere quella del lettone, perchè no!
Questo non significa che ci dovrà dormire in eterno o che non riprenderà a dormire mai più da solo!
Nel momento in cui vi renderete conto che i suoi risvegli notturni si sono ridotti, e che voi non dovrete alzarvi continuamente, allora potrete ritentare con la cameretta, cosa che dovrebbe accadere sicuramente tra i due e i quattro anni.
Ovviamente occorre che teniate le antenne dritte: nel momento in cui il bambino manifesterà un segnale che vi farà capire che è pronto per cambiare stanza sarà opportuno tentare.
Potreste anche pensare di metterlo a dormire nel suo lettino nel primo sonno, quello più lungo, in modo che per lui sia chiaro che il suo lettino è quello e non il vostro e poi portarlo con voi al primo risveglio.
Altra soluzione potrebbe essere quella del lettino in camera vostra, magari si sentirebbe più sicuro quando si sveglia.
Altra soluzione, di solito molto amata perché nella nostra cultura il lettone è spesso molto discusso, è quella della del side-car o side-bed: il lettino o un letto qualunque a cui si aggiunge una spondina, viene messo attaccato al vostro letto, alla stessa altezza.
Il lettino praticamente diviene continuazione del vostro letto e il bambino pur avendo il suo lettino è praticamente insieme a voi.
Altra soluzione potrebbe essere quella di avere un letto vicino a quello del bimbo nella sua stanza, in modo che la notte gli possiate stare vicino potendo riposare un po’.
Se nella sua stanza c’è poco posto potreste optare per la sostituzione del lettino con un letto normale a cui aggiungere una spondina. In questo modo quando il bambino ne ha bisogno potrete coricarvi accanto a lui e riposare comunque.
Quando si usa questa soluzione il bambino si può però muovere più indipendentemente e non escludo che si alzi da solo per venire nel vostro letto.
Soluzioni ce ne possono essere anche altre che a me in questo momento non vengono in mente, sono mirate comunque più che a far dormire di più il bambino, a far riposare di più voi nonostante tutto!!
A poco a poco Damiano crescerà e il suo sonno diverrà sempre più simile al vostro.
Eviterei sicuramente di farlo piangere a lungo, perché credo sia una cosa che serve a poco, anche se in tanti la consigliano!!!
Se credete di aver bisogno di un aiuto esterno sia per voi che per il bambino opterei per la floriterapia, che spesso da buoni risultati senza avere effetti collaterali.
Vi inviterei anche a leggere due libri interessanti sulla nanna, che forse cambieranno i vostri punti di vista:
Grazia Honneger Fresco: Facciamo la nanna edizioni Il leone verde.
William Sears, M.D. Genitori di giorno e… di notte edizioni La Leche League International.
Se avesse bisogno di ulteriore confronto non esiti a ricontattarmi

Veronica Ortu

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