1 Luglio 2013 L'ESPERTO RISPONDE

Flavia Cavalero

La dottoressa Flavia Cavalero è psicologa e psicoterapeuta. Cura la parte “psi” del sito www.psicomamme.it, svolge l’attività nel suo studio in via Bruino, 3 a Torino e si occupa di psicoterapia individuale e di gruppo nell'ottica del raggiungimento e del mantenimento del benessere psicologico. Riceve su appuntamento, tel. 333/3628327

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Trasferimento

Salve sono Viktoria!!!

Vi chiedo  che trauma potrebbe avere mio figlio che ha 5 anni e mezzo con un trasferimento dall’ Italia all’Inghliterra. Non parla inglese e verrà accompagnato da una maestra finchè non l’ impara. Li vive suo zio e andremmo a vivere da loro, almento per i primi tempi. Ho molto paura di non fare la cosa giusta

Potrei avere un parere?

grazie tanto

Buongiorno  Viktoria, da come inizia la sua domanda si direbbe che lei sia certa che questo trasferimento causerà un trauma a suo figlio, si tratta solo di capire quale. Non è così, i cambiamenti non causano sempre traumi. Al contrario sono invece ottime occasioni di crescita e sviluppo. Molto dipende da come si organizzano, da come si raccontano e da come si vivono in prima persona.

Il modo in cui lei stessa vive questo cambiamento radicale è, a mio parere, il punto principale su cui ragionare: tanto più lei lo percepisce come fattore positivo e necessario, tanto più il bambino lo vivrà con serenità perché si baserà sul suo (di Viktoria intendo) senso di sicurezza.

E’ molto importante che lei lo prepari e che gli parli, spiegando in modo semplice e chiaro i motivi che l’hanno portata a questa decisione. Più consapevolezze avrà il bambino, meno traumatico sarà lo spostamento. Parli con lui, gli racconti di come sarà bello vivere in Inghilterra e di quante cose nuove potrà fare: nuova casa, nuovi giochi, nuovi amici. La questione riguarda l’adattamento, il bambino ha bisogno di tempo, in questo luogo per lui del tutto nuovo deve costruirsi dei punti di riferimento, delle consuetudini e, innanzi tutto, ha bisogno di figure di riferimento delle quali fidarsi.

Se le è possibile, gli permetta di portare qualcosa di proprietà del bambino che gli servirà per avere qualcosa che lo orienti (ad esempio dei giochi, i suoi libri, una coperta) e  prima di partire organizzi una festa per permettergli di salutare i suoi amici.

Il trasferimento è un’esperienza complessa sia per gli adulti sia per i bambini, in questo caso la differenza di lingua può rendere tutto un po’ più complicato.

Per aiutarlo lei potrebbe parlare con lui sia in italiano sia in inglese, il bilinguismo stimola le capacità cognitive e parlando in inglese con lei suo figlio probabilmente avrà meno paura di sbagliare. L’appoggio di un’insegnante non potrà che aiutarlo, specialmente in prospettiva dell’iscrizione alla scuola elementare.

Good luck Viktoria!!!

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