Buongiorno Giorgia,
non credo che l’episodio febbrile possa essere correlato al cambiamento comportamentale da lei descritto, così come confermato dai pediatri da lei consultati. Tuttavia l’avvicinarsi della bambina al compimento dei due anni di età segna un periodo importantissimo dello sviluppo emotivo e dell’affermazione di sè attraverso un’oppositività che talvolta può essere molto marcata.
In questo periodo i bambini possono opporsi a semplici momenti di cura quotidiana, come ad esempio quello del cambio, che apparentemente non hanno subito variazioni di rilievo nel corso del tempo ma ai quali i bambini non vorrebbero più sottostare. Oppure, nel corso della giornata, possono esprimere in maniera anche piuttosto marcata il loro disaccordo in momenti di passaggio che vengono riconosciuti dal bambino come precursori di cambiamenti che non vorrebbero accettare. Ad es. possono capitare crisi di “capricci” al mattino prima di andare al nido o all’uscita dello stesso, o quando si rientra a casa dopo aver trascorso momenti piacevoli con persone care. Il bambino esprime così la sua difficoltà a venir per così dire “coinvolto a sua insaputa” in cambiamenti stabiliti dagli adulti.
Non avendo altri elementi più approfonditi circa la storia della bambina si può dire che quanto state vivendo sia nient’altro che un periodo difficile di transizione in cui i genitori devono imparare ad affermare se stessi con fermezza senza farsi trascinare dai bambini in una dimensione emotiva intensa. Nonostante questa nuova espressività possa suscitare nell’adulto emozioni intense e senso di impotenza o di frustrazione per la sensazione di non poter più fare le cose al modo consueto, occorre ricordare che sono gli adulti a dover tenere le redini della situazione. Potete pensare che questi momenti di crisi non sono capricci ma espressione di bisogni e necessità che necessitano di comprensione da parte degli adulti senza però che ci sia una resa da parte loro alle richieste dei bambini.
Rendere partecipe il bambino dei cambiamenti e delle attività programmate e in caso di rifiuto e protesta verbalizzare in modo chiaro e semplice ai bambini quanto sta capitando, dando un nome alle emozioni che si provano, aiuta i bambini a superare queste difficoltà, a sentirsi compresi e a fidarsi della sicurezza che trasmettono mamma e papà.