Dragon Trainer 2 è un raro caso di sequel che soddisfa, restando avventuroso e molto divertente. Non era un compito facile perché il primo Dragon Trainer ha un’originalità tutta sua e funziona a meraviglia.
Ma dove eravamo rimasti? Avevamo lasciato Hiccup e Sdentato amici più che mai, con il primo senza una gamba, quindi ancora più vicino al suo nuovo migliore amico. Oggi i due sono ovviamente inseparabili. Li ritroviamo che sono impegnati in voli spericolati per il cielo e alla scoperta di nuovi territori e nuovi mondi.
Mentre Astrid e gli altri si sfidano in corse coi draghi nel villaggio, Hiccup e Sdentato scoprono per caso una grotta di ghiaccio segreta. Qui vive Eret, un misterioso trainer che ha trasformato la grotta in un rifugio per centinaia di sconosciuti draghi selvaggi. È solo l’inizio di un’avventura che porterà i due protagonisti a dover difendere in prima persona la pace da un nuovo nemico: Drago Bludvist.
Ma i veri protagonisti sono ancora una volta loro: i draghi. Qui ce ne sono davvero moltissimi, di tutte le forme e di tutti i colori (attenzione ai baby draghi e agli Alpha!), e quando si muovono in gruppo sembrano quasi dei pesci in un acquario. Dal punto di vista tecnico è inutile girarci attorno: si tratta di una pura meraviglia visiva.
Ci sono intere sequenze lunghissime di battaglia e frenesia totali, che non annoiano Sono scene in cui all’interno dell’inquadratura si può trovare di tutto dalla terra all’acqua, dagli umani ai draghi, dal ghiaccio alle pietre.
E lo spettatore, guardando questo secondo capitolo, si ricorda persino in più di un’occasione il perché ama così tanto questa storia, perché ha un cuore vivo e pulsante. Lo si trova nel rapporto tra Hiccup e Sdentato, affettuoso e tenero come ogni amicizia sentita. Lo si trova anche nella gentilezza con la quale vengono messi in scena dei momenti che potevano essere decisamente più patetici, e che invece commuovono davvero.