16 Maggio 2015 ARTICOLI

Giorgia Cozza

Giorgia Cozza è una giornalista specializzata nel settore materno-infantile, i numerosi manuali per genitori di cui è autrice sono un punto di riferimento ormai consolidato per le coppie in attesa di un bimbo e per le neofamiglie.

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La storia della Principessa Splendente

Titolo originale
Kaguya-hime no monogatari (The Tale of Princess Kaguya)
Autore
Isao Takahata
Casa di produzione
Studio Ghibli
Anno di produzione
2013
Sito italiano
www.facebook.com/pages/La-storia-della-principessa-splendente/1493318590934195?fref=ts
Durata (Minuti)
137
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Una fiaba affascinante che può piacere tanto ai bambini quanto agli adulti. La Storia della Principessa Splendente è inusuale e poetica…

Una bambina venuta dalla Luna

È una creaturina minuscola, una sorta di piccola fata, quella che Okina, l’anziano tagliatore di bambù, trova una notte nel fusto luminoso di una pianta di bambù. Okina la porta a casa, tenendola delicatamente tra le mani e quando la consegna alla moglie Ona, la creatura cresce fino a diventare una bimba piccina, una graziosa neonata dai capelli scuri.

Inizia così questo film così particolare che narra la storia della principessa venuta dalla Luna. La bimba, accolta e accudita con amore dai due anziani coniugi, cresce con una rapidità prodigiosa, come se ogni esperienza fatta la aiutasse a diventare più grande. La sua infanzia si consuma nell’arco di un’estate e con l’arrivo dell’autunno la piccola Principessa è già un’adolescente.

Nel frattempo, la Luna che l’ha mandata sulla terra, interviene nuovamente e il padre adottivo della giovane, trova oro e splendidi vesti nel bosco. Okina è convinto che l’oro serva per garantire alla bambina istruzione, ma anche una casa lussuosa nella capitale, dove nobili e potenti potranno notarla e garantirle una vita da principessa.

In realtà questa, seppur presa con tanta buona fede, non si rivelerà una decisione saggia. Principessa non è felice di lasciare il villaggio e gli amici con cui è cresciuta, ma si adegua al volere dei genitori e parte con loro. Per onor di verità, c’è da dire che anche Ona, la mamma adottiva, non pare per nulla convinta quando il marito le mostra l’oro e le riferisce la sua idea di trasferirsi, si può vedere il dialogo in questo viedo dove Ona ripete le parole del marito, come soppesandole, stupita.

Nella Capitale Principessa è ormai una giovane donna famosa per la sua bellezza e riceve cinque offerte di matrimonio. Non solo giovani rampolli di nobili famiglie la vorrebbero in moglie, persino l’imperatore è interessato a lei. Ma la giovane non ha dubbi e rifiuta con ostinazione le offerte. Finché una notte, non vista, sente le critiche che vengono mosse al padre adottivo da quanti sottolineano che lei non è una vera principessa, non è realmente nobile, perché la loro posizione altolocata è frutto dell’oro. Principessa fugge e rimpiange ancor più amaramente di aver lasciato il villaggio in campagna, unico luogo dove era stata felice, in armonia con la natura e con gli animali.

Il finale arriva rapidamente, poiché la giovane è destinata a ritornare là da dove proviene, ovvero sulla Luna…

Regia, stile e musica d’eccezione

Questo film che non è famoso per gli incassi registrati al botteghino, ma è stato considerato un capolavoro dalla critica, è la trasposizione cinematografica di un antico racconto popolare giapponese (Taketori monogatari, Il racconto di un tagliabambù) che risale al X secolo ed è stato narrato anche sotto forma di manga, intitolato La principessa splendente, da Reiko Shimizu.

La Storia del Principessa Splendente vanta una firma d’eccezione, poiché è diretta da Isao Takahata, già regista del film La Tomba delle Lucciole e “papà” di famosi anime televisivi come Heidi e Anna dai capelli rossi. E proprio lo stile è il punto di forza di questo prodotto, grande apprezzamento hanno riscosso infatti le immagini dotate di “straordinaria forza visiva”. Niente effetti speciali digitali per questo film, dunque, ma disegni delicati e potenti, dove il colore accompagna e sottolinea la narrazione. Ad esempio, nella lunga scena della fuga, la drammaticità del momento è resa abbandonando i colori e ripiegando su un bianco e nero di grande effetto. Se volete farvi un’idea dello stile su http://www.animeclick.it/anime/Kaguya-hime+no+Monogatari+ trovate alcune immagini tratte dal film.

Un’ultima curiosità riguarda la colonna sonora: la canzone principale è stata scritta e interpretata da una cantautrice, Kazumi Nikaido, che è una monaca buddhista in un tempio nella prefettura di Hiroshima. Segnaliamo anche un link per un “assaggio” delle musiche in https://www.youtube.com/watch?v=fZiLNfcaTzE

Un film ricco di significati

Le tematiche affrontate sono diverse e complesse: spicca la contrapposizione tra la vita semplice e autentica che Principessa ha conosciuto nel villaggio e lo sfarzo e le apparenze della Capitale, contrapposizione che invita a riflettere su quello che realmente conta nella vita e soprattutto su cosa davvero può rendere felice la giovane protagonista e, più in generale, ognuno di noi.

Emblematiche le risposte di Principessa quando le presentano le cinque offerte di matrimonio che, per il sentire comune, dovrebbero garantire la sua felicità. Un tema che viene affrontato anche dal regista, in un’intervista rilasciata in occasione del Toronto International Film Festival: “’Se pensate di me in quel modo, portatemi quelle cose reali a cui mi avete paragonato’. Lei si sta ribellando contro l’essere oggettificata da questi pretendenti. E questa è una sensibilità molto moderna”. Se volte leggere il testo integrale dell’intervista si trava sul sito della casa di produzione.

Per le famiglie che amano il “buon” cinema

Un bel film da guardare con i propri figli, ma non adatto ai bambini più piccoli, sia per la complessità della storia, sia per il finale poco lieto, sia per alcune scene che potrebbero forse impressionare un po’, ad esempio, la scena in cui Principessa fugge

Il trailer ufficiale è forse troppo breve per farsi un’idea ma è disponibile un’anteprima più corposa che dura circa sei minuti, che condividiamo qui sotto.

Consigliato a chi ama il “buon” cinema e vuole condividere con i propri bambini due ore di magia colorata di Oriente!


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