23 Ottobre 2014 L'ESPERTO RISPONDE

Flavia Cavalero

La dottoressa Flavia Cavalero è psicologa e psicoterapeuta. Cura la parte “psi” del sito www.psicomamme.it, svolge l’attività nel suo studio in via Bruino, 3 a Torino e si occupa di psicoterapia individuale e di gruppo nell'ottica del raggiungimento e del mantenimento del benessere psicologico. Riceve su appuntamento, tel. 333/3628327

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Mamma ho un brutto pensiero

Buongiorno,
vorrei sottoporle questo comportamento che da circa un mese manifesta mio figlio di 6 anni. Secondo il mio parere coincide con l’inizio della prima elementare, così tante emozioni tutte insieme.
Il mio bambino è molto solare, estroverso, socializza facilmente, fisicamente molto energico nonostante sia mingherlino.
Esce da scuola soddisfatto e contento…man mano che cala la sera ed arriva la stanchezza e la fame inizia a dire: “mamma ho un brutto pensiero” e l’angoscia prende il sopravvento, quasi sempre inizia a piangere.
I brutti pensieri sono poi quasi sempre banali e riguardano la PENA per qualcosa o qualcuno, ad esempio: mamma mi fa pena Zara (il nostro cane) perché mi guarda con quegli occhi così profondi, mamma mi fai pena tu perché ieri sera non ho mangiato gli spinaci che tu hai cucinato, mamma mi fa pena papà perché arriva tardi dal lavoro, mamma mi fa pena mia sorella perché l’hai sgridata troppo forte…il tutto piangendo davvero affranto.
Altre volte ha pensieri più profondi ed immotivati: mamma e se tu non fossi la mamma giusta per me? ti arrabbi se te lo dico? e giù a piangere!!!
Cosa succede al mio bambino? devo preoccuparmi?
Come mai inizia tutto al calare della sera?
grazie mille

Serena

Cara Serena, come ho già avuto modo di dire in altre occasioni, la sera per i bambini spesso rappresenta un momento delicato in cui il buio agevola l’esternazione delle paure, specialmente nel momento di andare a dormire quando si ritrovano al buio e da soli. Da quanto lei racconta nella sua lettera, la situazione di suo figlio è un po’ diversa ma quella che lui chiama “pena”  fa comunque trasparire un sentimento di preoccupazione che, secondo il mio parere, sarebbe preferibile indagare maggiormente. Lei ha ragione quando dice che ciò che lui racconta appare banale agli occhi di un adulto, ma a sei anni può invece rappresentare qualcosa di grande, da non sminuire ai suoi occhi.

Le consiglio di chiedere al bambino spiegazioni circa queste preoccupazioni e di rassicurarlo quando le racconta facendogli capire che è importante quello che lui prova e che è importante che lui lo racconti.

Poiché questo comportamento si presenta da quando ha iniziato a frequentare la scuola, non si può escludere che questa novità lo abbia un po’ scombussolato. Il primo anno di scuola introduce nella vita dei bambini un grande cambiamento in termini di abitudini e di sicurezze che, all’improvviso, vengono a mancare e questo può generare l’innescarsi di comportamenti nuovi, per loro e per i genitori.

Ritengo sia importante accogliere queste preoccupazioni, non sottovalutarle e tradurgliele in altro modo. Ad esempio se dimostra preoccupazione per lo sguardo profondo del cane gli si può chiedere cosa crede che stia pensando il cane e cosa pensa lui. Se è preoccupato per la sorella gli si può chiedere come pensa che stia la sorella.Ritengo che un buon modo di affrontare queste manifestazioni sia quello di mettere il bambino in grado di esprimere maggiormente le sue emozioni, andare oltre alla pena che dice di provare.

Le consiglio anche di parlare con le maestre per sapere come si comporta in classe e se, anche lì, esprime sentimento di preoccupazione.

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