10 Dicembre 2018 ARTICOLI

Alda Trifiletti

Dottoressa Alda Trifiletti, specializzata in Glottodidattica Infantile alla Sapienza di Roma titolare del centro linguistico The Bilingual Bridge di San Mauro Torinese, insegna inglese a bambini e ragazzi, strutturando percorsi personalizzati e utilizzando il metodo Hocus&Lotus, Jolly Phonics ecc.. , fornisce consulenze agli istituti scolastici per implementare progetti di bilinguismo.

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Il Silent Period tappa cruciale dell’apprendimento linguistico

In questa nostra avventura sul bilinguismo ci soffermeremo su un aspetto dell’apprendimento linguistico, talvolta spiazzante e frustrante, noto come silent period.

Cosa si intente quando si parla di Silent Period

Si tratta del primissimo periodo in cui una persona, a qualunque età, viene a contatto con una lingua. In tale prima fase si assiste alla quasi totale assenza di produzione linguistica, perché il cervello è impegnato nell’ascolto, nella “registrazione” e nell’attribuzione di significati alle parole. Questo avviene anche per la lingua madre nel corso del primo anno di vita, durante il quale siamo esposti quotidianamente e per molte ore alla nostra prima lingua, ma acquisiamo la capacità di produrre solo intorno al dodicesimo mese di vita e oltre. Inoltre, è evidente nei bambini di 2 anni: essi comprendono molto di più di quanto non siano in grado di esprimere in lingua madre.

Possiamo affrontare l’apprendimento dei nostri figli con minor ansia

Prendendo atto dell’esistenza di questo periodo di assenza – o quasi – di produzione, potremo affrontare, come insegnanti e come genitori, l’apprendimento dei nostri allievi e dei nostri figli con minor ansia senza cadere nel solito tranello: “Perché non parla?”; “Allora non sta imparando nulla!”; “Allora non gli/le stanno insegnando nulla!”. Non è vero! L’esposizione ad una lingua, qualunque lingua, presuppone un apprendimento. Nel processo di acquisizione linguistica la comprensione di una lingua precede la produzione.

Quanto può durare il silent period?

Non ci può essere una risposta univoca. Esso dipende, oltre che da fattori personali (esattamente come ci sono bambini che parlano a 12 mesi ed altri a 16), dal tempo di esposizione ad una lingua. Se ci si trasferisce all’estero dove la full immersion in L2 è costante e continua il silent period durerà meno; se, all’opposto, abbiamo una esposizione alla seconda lingua di un’ora a settimana, il silent period sarà necessariamente più lungo. Ecco perché, non ci stancheremo mai di ripeterlo, le occasioni di full immersion sono importanti: vedi l’articolo: La lingua straniera nel quotidiano e le esperienze full immersion

Un solo silent period o più silent period?

Sebbene il silent period sia più evidente nel primo approccio ad una lingua straniera, alcuni autori e docenti (The Silent Period of Second Language Acquisition – Julio Foppoli) lo estendono a ciascuna fase di “passaggio” tra una fase e quella successiva del lungo viaggio di acquisizione linguistica (Il lungo viaggio dell’apprendimento linguistico). In altre parole, essi sostengono che, prima di ogni progresso, si passi attraverso ad una fase apparente di stallo in cui sembra di non riuscire a migliorare. Similmente a ciò che succede nei bambini piccoli prima degli “scatti di crescita”.

Non posso che concordare con questa interpretazione per un vissuto personale di acquisizione di tre lingue straniere oltre a quella materna. Infatti, ho sperimentato su me stessa sia quel momento in cui ti sembra di non riuscire a migliorare tra uno step di avanzamento e l’alto, sia lo smarrimento più totale quando, per un periodo, ti concentri su una lingua e tralasci l’altra e al momento di riprendere la prima ti sembra di non aver letteralmente perso le parole, capisci tutto ma non riesci a parlare. Poi, di botto, ti sblocchi.

La capacità di comprensione è in relazione alla nostra capacità di produzione

Infine, teniamo presente che la nostra capacità di comprensione in qualunque lingua, compresa quella materna, sarà sempre più elevata della nostra capacità di produzione. Se ascoltiamo un discorso di economia e non siamo esperti del settore, possiamo comprendere il significato delle nozioni proposte, ma con ben maggior difficoltà saremmo in grado di esporle noi stessi. Se però decidessimo di intraprendere un percorso di studi sulle materie economiche, a forza di venire a contatto con quel linguaggio settoriale, prenderemmo dimestichezza anche con il suo utilizzo.

Come sempre tutte le abilità dipendono dalla pratica e la pratica richiede tempo.

See you all in the next adventure.


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